Soresa, le banche non si fidano: a rischio molti centri termali convenzionati isolani |
CasamicciolaNews - Cronaca | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Venerdì 15 Dicembre 2006 17:48 | |||
Soresa, le banche non si fidano: a rischio molti centri termali convenzionati isolani Il credito che la sanità privata avanza non potrà essere saldato in quanto congelato dalla Standard& Poor’s che non avrebbe ancora emesso il proprio placet sull’affidabilità della Regione Campania. Tremano i termalisti isolani e i centri convenzionati che garantiscono il 70% delle prestazioni. E per fortuna che le farmacie hanno da tempo imparato a restare in attesa. Bufera sulla sanità campana. Dopo l’attacco del viceministro dell’Economia Vincenzo Visco all’assessore regionale alla Sanità, Angelo Montemarano, e la risposta piccata di quest’ultimo, la situazione della sanità e del piano di recupero dei crediti rimane al centro delle polemiche tra i rappresentanti politici del centrodestra e del centrosinistra, nazionali e regionali. Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Campania, Cosimo Sibilia condanna la Regione e l’operato dell’Assessorato competente sulla questione Soresa (società con il compito di ripianare il deficit nella sanità). Questione che investe in larga misura molti centri sanitari isolani tra cui quelli termali convenzionati con l’azienda sanitaria napoletana. Centri che dopo aver somministrato terapie e dato servizi agli aventi diritto tra privati cittadini ed esponenti delle forze dell’ordine e del ministero si ritrova ora con un palmo di naso e senza il becco di un quattrino in cambio del lavoro svolto. Senza contare ovviamente le problematiche collegate ai costi già sostenuti ed alle voci di spesa relativi come tasse e contributi. In tal senso da più parti si grida allo scandalo «L’operazione Soresa, quella di cessione dei crediti al 2005 dei fornitori del sistema sanitario regionale, non finirà mai di sorprenderci – attacca Sibilia -. Le procedure previste per la certificazione dei crediti, la cosiddetta fase di riconciliazione delle fatture relative a chi ha aderito, non prevedono infatti alcun termine». Non è previsto, malgrado la pubblica amministrazione sia tenuta a disciplinarlo, alcun termine entro il quale darà riscontro al creditore. Una condizione di incertezza in più a carico di chi vanta somme di denaro che aggiunge ulteriori ombre sull’efficacia e l’efficienza della macchina messa in piedi dal governo regionale. Anche da Montecitorio arrivano parole forti nei confronti del governatore Antonio Bassolino e del suo assessore. «Il ministero della Salute ha fortissime perplessità e riserve sul piano di rientro dal debito presentato dalla Campania. Esso è ancora sotto osservazione dei tecnici del Dicastero che hanno molti dubbi soprattutto sulla operazione finanziaria della Soresa. Con tale progetto anche secondo la valutazione della ministra Livia Turco non si appronta alcun risanamento economico ma si pesa di ulteriori debiti i già disastrati conti della sanità campana», dichiara il deputato di Alleanza nazionale Marcello Taglialatela. Dalla Regione, qualche giorno fa, avevano confermato di onorare tutti gli impegni sia nei confronti dei creditori della Soresa sia per il pagamento del rateo del factoring acceso nel 2003. Secondo i rappresentanti di FI serviranno a fine settembre 320 milioni di euro per pagare il rateo del factoring acceso nel 2003 per reperire risorse destinate oggi alla spesa corrente 2006 delle Asl. Questi fondi, però, non ci sono.Se la Regione avesse dato un mese fa il via libera alla Soresa per la cessione della prima tranche di crediti conciliati, oggi i cittadini non dovrebbero sborsare circa 6 milioni di euro». «L’avevamo previsto - continua Sibilia - e denunciato per tempo che il ritocco verso il basso del rating campano decretato il mese scorso dalla S&P e l’aumento dello spread, ora ben oltre il valore dell’Euribor (il tasso cioè di riferimento adottato per le transazioni finanziarie della Soresa) avrebbe causato non pochi problemi». In tempi non sospetti Forza Italia aveva invitato la Regione ad attivarsi. «Oggi, e ce lo conferma un noto quotidiano economico regionale riportando la notizia della tardiva lettera con la quale la Soresa chiede al governo regionale di assumersi le conseguenze della necessaria rinegoziazione dell’intera operazione di cartolarizzazione dei crediti sanitari, scontiamo pesantemente questo ritardo. Ci chiediamo: come è possibile tale negligenza? Perché non sono stati previsti, nel bando di gara di individuazione delle banche alle quali affidare i titoli di credito, dei meccanismi che tutelassero la regione, i creditori stessi e, a questo punto i cittadini? Davvero qualcuno immagina che, visto i deludenti dati ufficiali sull’andamento delle cartolarizzazioni che abbiamo strappato dal governo regionale recentemente in Aula, la vendita dei titoli stessi possa fruttare un gettito superiore alle attese? Perché, malgrado l’operazione Soresa sia partita a dicembre scorso, si perpetuano questi inaccettabili e costosissimi ritardi? Una vicenda, che andrà ad incidere pesantemente sui bilanci delle famiglie campane e sulle attese dei creditori. Intanto la Corte dei Conti indaga vista la grande valenza ed il ruolo dell’azienda partorita dal governo campano. Infatti la società regionale è destinataria delle somme derivanti dall'aumento dell'Irpef, dell'Irap e dell'accise sulla benzina (170 milioni di euro all'anno per 30 anni) per pagare i debiti della sanità regionale. La stessa società inoltre dovrà programmare gli acquisti delle strutture sanitarie pubbliche campane. Il professor Pinto, consulente societario, a suo tempo fornì alcune notizie: «saranno pagati i crediti che verranno certificati dalle Asl e concordati con le associazioni di categoria; la legittimità del credito, compito affidato alla So.re.sa., è demandata alla certificazione delle Asl; le banche che hanno vinto la gara per il factoring forniranno alla So.re.sa. anche un service che ad incrocio controllerà la corrispondenza delle fatture certificate dalle Asl con quelle inviate dai fornitori; per gli acquisti la So.re.sa. non ha iniziato neanche a discuterne». Le riflessioni che hanno spinto la minoranza politica regionale a preparare un dossier già al vaglio della Corte dei Conti da mesi sono le seguenti: la So.re.sa. e' ancora in alto mare tranne per le consulenze (vedi quella del professor Pinto) e per i comandati che per lo pi;provengono dalle città con pressioni elettorali;non c'e' alcun controllo sulla legittimità del credito. 'La So.re.sa. quindi non controlla nulla e si avvia ad essere l'ennesimo carrozzone clientelare. COSI ERA STATA PRESENTATA ALL’OPINIONE PUBBLICA LA SORESA la Regione Campania, attraverso la Soresa, la società appositamente costituita per la gestione del debito sanitario, smettera i panni e la fama dell’eterno cattivo pagatore. Onorerà i suoi debiti, uno per uno, previo naturalmente l’accertamento della loro consistenza e la chiusura di tutti i contenziosi aperti su di essi. Farmacisti, titolari di case di cura e centri di riabilitazione, fornitori di apparecchiature mediche, professionisti della diagnostica: gli imprenditori della sanità in credito con la Regione sono un piccolo esercito, circa cinquemila, per la maggior parte in attesa di questo momento per chiudere, a loro volta, i conti con banche e finanziarie che in questi anni li hanno sostenuti nello sforzo. Una boccata d’ossigeno importante, dice Michele Sandulli, presidente della Soresa: «Il primo passo di un cammino che vogliamo chiudere rapidamente, entro la fine dell’anno. L’istruttoria di ogni pratica non dovrebbe durare più di un paio di settimane, il tempo per l’impresa di reclamare il suo credito e per noi di accertarlo». Poi via all’erogazione dei fondi. Circa cinque miliardi in tutto, l’ammontare dell’intero debito nel comparto sanitario, reperiti attraverso due canali: due miliardi circa, provenienti dalla quota di riparto dovuta alla Campania dal Fondo sanitario nazionale. E i tre miliardi della maxioperazione di cartolarizzazione, la più grande mai avviata da una Regione, che coinvolge tre importanti banche straniere, Calyon, Credit Suisse e Lehman Brothers. Un’operazione, secondo gli addetti ai lavori, davvero da primato: è la maggiore cartolarizzazione di crediti sanitari fatta in Italia, la più grossa mai intrapresa da una Regione e la prima in assoluto con durata trentennale. Si avvia così a conclusione un’annosa vicenda: la Campania è finora tra le Regioni italiane con il maggior disavanzo nel comparto sanitario, questione affrontata nei mesi scorsi in un tavolo a Roma tra le amministrazioni locali e il governo, che invocava misure drastiche. E a Santa Lucia non si nasconde la speranza che proprio questo intervento di copertura del deficit, che consentirà di avviare con maggiori chance di efficacia altre operazioni di risanamento vero e proprio, possa aprire la strada al giudizio di ”promozione” dei conti da parte del ministero dell’Economia: sarebbe così possibile tornare a ridurre l’entità delle aliquote Irpef e Irap imposte dal governo appunto a copertura dei conti. Per avviare il procedimento di restituzione dei crediti occorrerà inviare un modulo di adesione alla Soresa. L’operazione darà priorità, oltre che ad alcune categorie ritenute d’interesse sociale (quali piccoli fornitori, onlus ed altri), ai creditori che aderiranno per primi. La Soresa ha attivato da tempo un sito internet (www.soresa.it) dove gli interessati possono acquisire informazioni.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Giugno 2009 07:18 |