Roma: Promulgazione decreti
Città del Vaticano, 27 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza privata il Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell'Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti: MARTIRIO: - del Servo di Dio Pietro Asúa Mendía, Sacerdote diocesano; nato a Valmaseda (Vizcaya, Spagna) il 30 agosto 1890 e ucciso, in odio alla Fede, a Liendo (Santander, Spagna) il 29 agosto 1936;
VIRTÙ EROICHE - del Servo di Dio Giuseppe Girelli, Sacerdote diocesano; italiano (1886-1978). - del Servo di Dio Zaccaria di Santa Teresa (al secolo: Zaccaria Salteráin Vizcarra), Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi; spagnolo, (1887-1957). - della Serva di Dio Marcella Mallet, Fondatrice delle Suore della Carità di Québec; canadese, (1805-1871). - della Serva di Dio Maria Benedetta Arias, Fondatrice delle Suore Ancelle di Gesù nel Sacramento; argentina (1822-1894). - della Serva di Dio Margherita del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Virginia De Brincat), Fondatrice delle Suore Francescane del Cuore di Gesù; maltese (1862-1952). - della Serva di Dio Serafina (al secolo: Noemy Cinque), Suora professa della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo; brasiliana, (1913-1988). - della Serva di Dio Elisabetta Sanna, vedova Laica, Terziaria professa dell'Ordine dei Minimi di San Francesco, del Sodalizio dell'Unione dell'Apostolato Cattolico fondato da San Vincenzo Pallotti; italiana, (1788-1857). Vatican Information Service
Roma: Angelus: dio preferisce partire dalla periferia, dagli ultimi, per raggiungere tutti
Città del Vaticano, 26 gennaio 2014 (VIS). Gli inizi della vita pubblica di Gesù, dalla "Galilea delle genti", come viene indicata dal profeta Isaia, sono stati il tema delle riflessioni di Papa Francesco prima della recita dell'Angelus domenicale con le migliaia di persone convenute in Piazza San Pietro. "La missione di Gesù - ha detto Papa Francesco - non parte da Gerusalemme, cioè dal centro religioso, centro anche sociale e politico, ma parte da una zona periferica, una zona disprezzata dai giudei più osservanti, a motivo della presenza in quella regione di diverse popolazioni straniere (...). È una terra di frontiera, una zona di transito dove si incontrano persone diverse per razza, cultura e religione. La Galilea diventa così il luogo simbolico per l’apertura del Vangelo a tutti i popoli. Da questo punto di vista, la Galilea assomiglia al mondo di oggi: compresenza di diverse culture, necessità di confronto e necessità di incontro. Anche noi siamo immersi ogni giorno in una 'Galilea delle genti', e in questo tipo di contesto possiamo spaventarci e cedere alla tentazione di costruire recinti per essere più sicuri, più protetti. Ma Gesù ci insegna che la Buona Novella, che Lui porta, non è riservata a una parte dell’umanità, è da comunicare a tutti. È un lieto annuncio destinato a quanti lo aspettano, ma anche a quanti forse non attendono più nulla e non hanno nemmeno la forza di cercare e di chiedere". "Partendo dalla Galilea, Gesù ci insegna che nessuno è escluso dalla salvezza di Dio, anzi, che Dio preferisce partire dalla periferia, dagli ultimi, per raggiungere tutti. Ci insegna un metodo, il suo metodo, che però esprime il contenuto, cioè la misericordia del Padre. 'Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata. Uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo'". "Gesù comincia la sua missione non solo da un luogo decentrato, ma anche da uomini che si direbbero, così si può dire, 'di basso profilo'. Per scegliere i suoi primi discepoli e futuri apostoli, non si rivolge alle scuole degli scribi e dei dottori della Legge, ma alle persone umili, alle persone semplici, che si preparano con impegno alla venuta del Regno di Dio. Gesù va a chiamarli là dove lavorano, sulla riva del lago: sono pescatori. Li chiama, ed essi lo seguono, subito. Lasciano le reti e vanno con Lui: la loro vita diventerà un’avventura straordinaria e affascinante". "Il Signore chiama anche oggi! Il Signore passa per le strade della nostra vita quotidiana. Anche oggi in questo momento, qui, il Signore passa per la piazza. Ci chiama ad andare con Lui, a lavorare con Lui per il Regno di Dio, nelle 'Galilee' dei nostri tempi". Vatican Information Service
Roma: I malati di lebbra e il desiderio di pace nelle preghiere del Papa
Città del Vaticano, 26 gennaio 2014 (VIS). Al termine della recita dell'Angelus, in merito alla celebrazione, oggi, della Giornata mondiale dei malati di lebbra, il Santo Padre ha detto: "Questa malattia, pur essendo in regresso, purtroppo colpisce ancora molte persone in condizione di grave miseria. È importante mantenere viva la solidarietà con questi fratelli e sorelle. Ad essi assicuriamo la nostra preghiera". Nel ricordare quanti in questi giorni hanno perso la vita nei violenti scontri in Ucraina, il Papa ha assicurato la sua preghiera per i defunti e le loro famiglie. "Vorrei rivolgere - ha proseguito Papa Francesco - un pensiero a Cocò Campolongo, che a tre anni è stato bruciato in macchina a Cassano allo Jonio. (...) Preghiamo con Cocò, che sicuro è con Gesù in cielo, per le persone che hanno fatto questo reato, perché si pentano e si convertano al Signore". "Nei prossimi giorni - ha detto ancora il Papa - milioni di persone, che vivono nell’Estremo Oriente o sparse in varie parti del mondo, tra cui cinesi, coreani e vietnamiti, celebrano il capodanno lunare. A tutti loro auguro un’esistenza colma di gioia e di speranza". Prima di salutare i fedeli presenti in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha dedicato alcune parole a Maria Cristina di Savoia, vissuta nella prima metà del secolo diciannovesimo, regina delle due Sicilie, proclamata Beata sabato scorso a Napoli. "Donna di profonda spiritualità e di grande umiltà - ha detto - seppe farsi carico delle sofferenze del suo popolo, diventando vera madre dei poveri. Il suo straordinario esempio di carità testimonia che la vita buona del Vangelo è possibile in ogni ambiente e condizione sociale". Al termine della preghiera dell'Angelus, al termine della "Carovana della Pace", un bambino e una bambina dell'Azione Cattolica della Diocesi di Roma, invitati nell'appartamento pontificio, hanno letto a nome dell'ACR di Roma, un Messaggio di pace ed hanno liberato due colombe, simbolo di pace. Vatican Information Service
Roma: Fra i cristiani l'unita' e' sempre superiore al conflitto
Città del Vaticano, 26 gennaio 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, Solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, si è conclusa la XLVII Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, sul tema: "Cristo non può essere diviso", con la celebrazione di secondi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Hanno preso parte alla celebrazione i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma. Nell'omelia, Papa Francesco, nel riferirsi al tema della Settimana, desunto alla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, ha affermato: "L’Apostolo ha appreso con grande tristezza che i cristiani di Corinto sono divisi in diverse fazioni. (...) Neppure coloro che intendono rifarsi a Cristo possono essere elogiati da Paolo, perché usano il nome dell’unico Salvatore per prendere le distanze da altri fratelli all’interno della comunità. In altre parole, l’esperienza particolare di ciascuno, il riferimento ad alcune persone significative della comunità, diventano il metro di giudizio della fede degli altri". "In questa situazione di divisione, Paolo esorta i cristiani di Corinto, 'per il nome del Signore Nostro Gesù Cristo', ad essere tutti unanimi nel parlare, perché tra di loro non vi siano divisioni, bensì perfetta unione di pensiero e di sentire. La comunione che l’Apostolo invoca però, - ha sottolineato il Papa - non potrà essere frutto di strategie umane. La perfetta unione tra i fratelli, infatti, è possibile solo in riferimento al pensiero e ai sentimenti di Cristo. Questa sera, mentre siamo qui riuniti in preghiera, avvertiamo che Cristo, che non può essere diviso, vuole attirarci a sé, verso i sentimenti del suo cuore, verso il suo totale e confidente abbandono nelle mani del Padre, verso il suo radicale svuotarsi per amore dell’umanità. Solo Lui può essere il principio, la causa, il motore della nostra unità". "Mentre ci troviamo alla sua presenza, diventiamo ancora più consapevoli che non possiamo considerare le divisioni nella Chiesa come un fenomeno in qualche modo naturale, inevitabile per ogni forma di vita associativa. Le nostre divisioni feriscono il suo corpo, feriscono la testimonianza che siamo chiamati a rendergli nel mondo". A questo proposito il Papa ha citato il Decreto sull'Ecumenismo "Unitatis redintegratio", del Concilio Vaticano II, che afferma: 'Da Cristo Signore la Chiesa è stata fondata una e unica, eppure molte comunioni cristiane propongono se stesse agli uomini come la vera eredità di Gesù Cristo. Tutti invero asseriscono di essere discepoli del Signore, ma hanno opinioni diverse e camminano per vie diverse, come se Cristo stesso fosse diviso'. E, quindi, aggiunge: 'Tale divisione non solo si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura'". "Tutti noi siamo stati danneggiati dalle divisioni. Tutti noi non vogliamo diventare uno scandalo. E per questo tutti noi camminiamo insieme, fraternamente, sulla strada verso l’unità, facendo unità anche nel camminare, quell’unità che viene dallo Spirito Santo e che ci porta una singolarità speciale, che soltanto lo Spirito Santo può fare: la diversità riconciliata. Il Signore ci aspetta tutti, ci accompagna tutti, è con tutti noi in questo cammino dell’unità". "Cristo non può essere diviso! Questa certezza deve incoraggiarci e sostenerci a proseguire con umiltà e con fiducia nel cammino verso il ristabilimento della piena unità visibile tra tutti i credenti in Cristo. Mi piace pensare in questo momento all’opera del beato Giovanni XXIII e del beato Giovanni Paolo II. (...) Papa Giovanni aprendo vie nuove e prima quasi impensate, Papa Giovanni Paolo proponendo il dialogo ecumenico come dimensione ordinaria ed imprescindibile della vita di ogni Chiesa particolare. Ad essi associo anche Papa Paolo VI, altro grande protagonista del dialogo, di cui ricordiamo proprio in questi giorni il cinquantesimo anniversario dello storico abbraccio a Gerusalemme con il Patriarca di Costantinopoli Atenagora". "L’opera di questi Pontefici ha fatto sì che la dimensione del dialogo ecumenico sia diventata un aspetto essenziale del ministero del Vescovo di Roma, tanto che oggi non si comprenderebbe pienamente il servizio petrino senza includervi questa apertura al dialogo con tutti i credenti in Cristo. Possiamo dire anche che il cammino ecumenico ha permesso di approfondire la comprensione del ministero del Successore di Pietro e dobbiamo avere fiducia che continuerà ad agire in tal senso anche per il futuro. Mentre guardiamo con gratitudine ai passi che il Signore ci ha concesso di compiere, e senza nasconderci le difficoltà che oggi il dialogo ecumenico attraversa, chiediamo di poter essere tutti rivestiti dei sentimenti di Cristo, per poter camminare verso l’unità da lui voluta. E camminare insieme è già fare unità!". Infine Papa Francesco ha rivolto i suoi fraterni saluti al Metropolita Gennadios, rappresentante del Patriarcato ecumenico, a Sua Grazia David Moxon, rappresentante a Roma dell’Arcivescovo di Canterbury, e a tutti i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali, presenti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. "Con questi due fratelli, in rappresentanza di tutti - ha ricordato il Papa - abbiamo pregato nel Sepolcro di Paolo e abbiamo detto fra noi: 'Preghiamo perché lui ci aiuti in questa strada, in questa strada dell’unità, dell’amore, facendo strada di unità'. L’unità non verrà come un miracolo alla fine: l’unità viene nel cammino, la fa lo Spirito Santo nel cammino. Se noi non camminiamo insieme, se noi non preghiamo gli uni per gli altri, se noi non collaboriamo in tante cose che possiamo fare in questo mondo per il Popolo di Dio, l’unità non verrà! Essa si fa in questo cammino, in ogni passo, e non la facciamo noi: la fa lo Spirito Santo, che vede la nostra buona volontà". "Cari fratelli e sorelle, preghiamo il Signore Gesù, che ci ha reso membra vive del suo Corpo - ha concluso il Pontefice - affinché ci mantenga profondamente uniti a Lui, ci aiuti a superare i nostri conflitti, le nostre divisioni, i nostri egoismi; e ricordiamo che l’unità è sempre superiore al conflitto! E ci aiuti ad essere uniti gli uni agli altri da un’unica forza, quella dell’amore, che lo Spirito Santo riversa nei nostri cuori". Vatican Information Service
Roma: Papa Francesco al cenro italiano femminile: si allarghino gli spazi per una presenza femminile piu' capillare ed incisiva nella chiesa
Città del Vaticano, 25 gennaio 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza le rappresentanti del CIF (Centro Italiano Femminile), in occasione del Congresso nazionale. Il CIF fu istituito nel 1944 con l'obiettivo di coordinare le donne e le associazioni di ispirazione cristiana che contribuivano alla ricostruzione dell'Italia con la partecipazione democratica, la promozione umana e la solidarietà. Attualmente il CIF è composto da donne che si propongono di realizzare con le istituzioni il pieno esercizio del diritto di cittadinanza e collaborano con donne di culture diverse. Il CIF opera in campo civile, sociale e culturale per contribuire alla costruzione di una democrazia solidale ed una convivenza fondata sul rispetto dei diritti umani e della dignità della persona secondo lo spirito e i principi cristiani, la Costituzione e le leggi italiane e le norme del diritto comunitario e internazionale. Nel suo discorso il Papa ha ringraziato le rappresentanti del CIF per le opere attuate in questi sessanti anni e per la loro testimonianza circa il ruolo della donna nella società e nella comunità ecclesiale. "Nell'arco di questi ultimi decenni, - ha affermato il Papa - accanto ad altre trasformazioni culturali e sociali, anche l’identità e il ruolo della donna, nella famiglia, nella società e nella Chiesa, hanno conosciuto mutamenti notevoli, e in genere la partecipazione e la responsabilità delle donne è andata crescendo". "In questo processo è stato ed è importante anche il discernimento da parte del Magistero dei Papi. In modo speciale va menzionata la Lettera apostolica del 1988 'Mulieris dignitatem', del beato Giovanni Paolo II, sulla dignità e vocazione della donna (...), e ricordiamo anche il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1995 sul tema 'La donna: educatrice di pace'. Anch’io - ha aggiunto il Papa - ho ricordato l’indispensabile apporto della donna nella società (...); mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; ed ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa". "Se nel mondo del lavoro e nella sfera pubblica è importante l’apporto più incisivo del genio femminile, tale apporto rimane imprescindibile nell’ambito della famiglia, che per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quella 'Chiesa domestica', la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa. (...) A questo punto viene spontaneo chiedersi: come è possibile crescere nella presenza efficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere una presenza e un’attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia?". "È nel dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola - ha affermato Papa Francesco - che la donna cristiana cerca sempre nuovamente di rispondere alla chiamata del Signore, nel concreto della sua condizione. Una preghiera, questa, sempre sostenuta dalla presenza materna di Maria. Lei, che ha custodito il suo Figlio divino, che ha propiziato il suo primo miracolo alle nozze di Cana, che era presente sul Calvario ed alla Pentecoste, vi indichi la strada da percorrere per approfondire il significato e il ruolo della donna nella società e per essere pienamente fedeli al Signore Gesù Cristo e alla vostra missione nel mondo". Vatican Information Service
Roma: Il cardinale Sarah inviato speciale del santo padre nelle zone colpite dal tifone Haiyan-Yolanda
Città del Vaticano, 25 gennaio 2014 (VIS). Il Cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", visiterà a nome di Papa Francesco, le zone colpite, l'8 novembre scorso, dal tifone Haiyan-Yolanda, per portare un segno di conforto e spirituale vicinanza alla popolazione, che sta ora affrontando il momento della ricostruzione di quanto devastato dalla calamità naturale, e promuovere la rete degli aiuti di chi sta già operando sul posto. La missione, informa un Comunicato di "Cor Unum", si svolgerà dal 26 al 31 gennaio, e si snoderà attraverso tre momenti di particolare rilievo: l'incontro con i Vescovi filippini, riuniti in questi giorni in Conferenza Episcopale; l'incontro con il Presidente della Repubblica delle Filippine, Benigno Aquino III; e la visita alla località di Tacloban, che risulta la più colpita dal tifone. Nel contesto della visita, il Cardinale Sarah presenterà, a nome del Santo Padre, l'impegno a realizzare, attraverso "Cor Unum", un progetto per la costruzione ex-novo di un orfanotrofio e una casa per gli anziani. L'edificio comprenderà tra l'altro un piccolo convento per le suore, una cappella, e un dispensario. Abbattutosi sulle isole Visayas (Filippine centrali), Haiyan-Yolanda ha fatto - secondo i rapporti di Caritas Filippine/Nassa diffusi in queste settimane - oltre 5.500 morti, più di 26mila feriti e quasi 2mila dispersi. Gli sfollati sarebbero circa 3,8 milioni, appartenenti a più di 851mila famiglie. In totale si tratta di quasi 12 milioni di persone che hanno subito danni o perdite a vario titolo, sparsi in 574 fra municipalità e città diverse, e si teme adesso il problema delle epidemie. Non appena appresa la notizia, il Santo Padre aveva deciso di stanziare, attraverso "Cor Unum", un primo contributo di emergenza di 150 mila dollari per il soccorso alle popolazioni, a sostegno delle opere di assistenza svolte in favore degli sfollati e degli alluvionati, che si sono aggiunti ai fondi stanziati da tutta la Chiesa nel suo complesso, le Chiese locali, le parrocchie in tutto il mondo, la rete delle Caritas, e le altre agenzie nazionali e diocesane impegnate in opere di carità. Vatican Information Service
Roma: Udienze
Città del Vaticano, 27 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza otto Presuli della Conferenza Episcopale di Austria, in Visita “ad Limina Apostolorum”: - Il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Wien, con i Vescovi Ausiliari: Vescovo Franz Scharl e Vescovo Stephan Turnovszky. - Il Vescovo Ägidius Johann Zsifkovics, di Eisenstadt. - Il Vescovo Ludwig Schwarz, di Linz. - Il Klaus Küng, di Sankt Pölten, con l'Ausiliare Vescovo Anton Leichtfried. - Il Vescovo Christian Werner, Ordinario Militare. Sabato 25 gennaio il Santo Padre ha ricevuto in udienza: - Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi. - Il Padre José Gabriel Funes, S.I., Direttore della Specola Vaticana con il Padre Jozef Marian Maj, S.I., Vice Direttore Amministrativo. - Il Signor Bray Barnes, Presidente della Conferenza Internazionale Cattolica dello Scoutismo; con il Signor Roberto Cociancich ed il Reverendo Jaques Gagey. Vatican Information Service
Roma: Altri atti pontifici
Città del Vaticano, 27 gennaio 2014 (VIS). Il Santo Padre: - Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcieparchia di Akka dei Greco-Melkiti (Israele) presentata dall'Arcivescovo Elias Chacour, in conformità al canone 210 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. - Ha nominato l'Arcivescovo Moussa El-Hage, O.A.M., Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis dell’Arcieparchia di Akka dei Greco-Melkiti (cattolici: 76.700; sacerdoti: 36; religiosi: 36; diaconi permanenti: 5), Israele, attualmente Arcivescovo di Haifa e Terra Santa dei Maroniti (Israele) ed Esarca Patriarcale maronita per Gerusalemme, Palestina e Giordania. Sabato 25 gennaio il Santo Padre: - Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Mamfe, (Camerun), presentata dal Vescovo Francis Teke Lysinge, per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Andrew Nkea Fuanya, Coadiutore della medesima Diocesi. - Ha nominato il Canonico Antonio Suetta, Vescovo della diocesi di Ventimiglia-San Remo (superficie: 715; popolazione: 157.150; cattolici: 151.500; sacerdoti: 101; religiosi: 268; diaconi permanenti: 8), Italia. Il Vescovo eletto è nato nel 1962 a Loano (Italia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1986. Dal 1987 al 1996 è stato Vicario parrocchiale della parrocchia di Ceslo-Arzeno d’Oneglia; dal 1991 al 1994 Amministratore parrocchiale della medesima parrocchia; dal 1995 al 1997 Amministratore parrocchiale e, in seguito Parroco di Caravonica; dal 1997 al 2009 Parroco-Prevosto di Borgo Verezzi e Direttore della Caritas diocesana. È stato Cappellano delle Carceri di Imperia mentre svolgeva il suo incarico di Vicario parrocchiale di “San Giovanni” in Oneglia; fino al 2009 è stato Co-fondatore e Presidente della Cooperativa Sociale “Il Cammino” per l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani in difficoltà (riabilitazione di ex tossicodipendenti e di ex carcerati). Ha insegnato, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, Teologia Fondamentale, Ecclesiologia e Mariologia e, dal 2003, insegna le medesime materie nel corso teologico al Seminario maggiore. Dal 2005 svolge l’incarico di Economo Diocesano; dal settembre 2011 è Rettore del Seminario diocesano di Albenga-Imperia, mantenendo l’Ufficio di Economo; dal 2009 è Canonico del Capitolo della Cattedrale. Succede al Vescovo Alberto Maria Careggio, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi presentata per raggiunti limiti d'età. - Ha nominato Consigliere dello Stato della Città del Vaticano, il Professore Vincenzo Buonomo, Capo Ufficio della Rappresentanza Pontificia presso le Organizzazioni e Organismi delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (F.A.O., I.F.A.D., P.A.M.) e Direttore del Corso di laurea in Giurisprudenza presso la Pontificia Università Lateranense in Roma. Vatican Information Service
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