Roma: Centro Televisivo Vaticano: professionisti al servizio della chiesa
Città del Vaticano, 28 ottobre 2013 (VIS). In questi giorni ricorre il trentesimo anniversario del Centro Televisivo Vaticano (CTV), istituito dal Beato Giovanni Paolo II il 22 ottobre 1983. "Di strada ne è stata fatta molta in questi tre decenni di attività - ha affermato Papa Francesco nel ricevere questa mattina in udienza i Dirigenti, i Dipendenti e i Collaboratori del CTV - Ora si aprono importanti sfide tecnologiche (...) alle quali non dobbiamo sottrarci, per mantenere saldamente 'la prospettiva evangelica in questa specie di autostrada globale della comunicazione'".
Nel ringraziare i collaboratori del CTV per la loro disponibilità e per quella delle loro famiglie che "vivono l’agenda settimanale sugli impegni del Papa!", il Santo Padre ha avuto parole di esortazione dicendo loro: "Giocate come squadra. L’efficacia della pastorale della comunicazione è possibile creando legami, facendo convergere attorno a progetti condivisi una serie di soggetti; una 'unione di intenti e di forze'. Sappiamo che questo non è facile, ma se vi aiutate insieme a fare squadra tutto diventa più leggero e, soprattutto, anche lo stile del vostro lavoro sarà una testimonianza di comunione". "Siate professionisti al servizio della Chiesa. - è stato il secondo consiglio del Pontefice - Il vostro lavoro è di grande qualità, e così dev’essere per il compito che vi è assegnato. Ma la professionalità per voi sia sempre servizio alla Chiesa, in tutto: nelle riprese, nella regia, nelle scelte editoriali, nell’amministrazione. Tutto può essere fatto con uno stile, una prospettiva che è quella ecclesiale, quella della Santa Sede. È necessario che la comunicazione del CTV sappia effondere negli spettatori, nei fedeli e nei 'distanti', il profumo e la speranza del Vangelo". Vatican Information Service
Roma: Messaggio agli Indu' per la festa di Deepavali
Città del Vaticano, 28 ottobre 2013 (VIS). "Cristiani e Indù: favorire le relazioni umane con l’amicizia e la solidarietà" è il tema del messaggio che il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha indirizzato agli Indù in occasione della festa di Deepavali, la festa della luce, che quest'anno ricorre il 3 novembre. Il Messaggio porta anche la firma del Padre Miguel Angel Ayuso Guixot, M.C.C.J., Segretario del medesimo Pontificio Consiglio. "In questo mondo così competitivo, in cui crescenti tendenze individualistiche e materialistiche hanno effetti negativi sulle relazioni umane e creano spesso divisioni nelle famiglie e nell’intera società, vorremmo condividere con voi le nostre riflessioni su come cristiani ed indù, con l’amicizia e la solidarietà, possono favorire le relazioni umane a beneficio di tutta l’umanità". "Le relazioni sono fondamentali per l’umana esistenza. La sicurezza e la pace nelle comunità locali, nazionali o internazionali sono in gran parte determinate dalla qualità del nostro interagire umano. L’esperienza insegna che, più approfondiamo le nostre relazioni, più siamo capaci di progredire nella collaborazione, nella costruzione della pace e nell’autentica solidarietà ed armonia. In breve, la capacità di favorire relazioni rispettose è la misura di un autentico progresso umano, ed è essenziale per promuovere la pace ed lo sviluppo integrale". "Queste relazioni dovrebbero scaturire naturalmente dalla nostra comune umanità, perché le relazioni umane sono al centro dell’esistenza umana e del suo progredire, dando origine spontaneamente a un senso di solidarietà nei confronti degli altri. Prescindendo dalle nostre differenze etniche, culturali, religiose ed ideologiche, noi tutti apparteniamo, infatti, all’unica famiglia umana". "Purtroppo, la crescita nella società del materialismo e del disprezzo verso i valori spirituali e religiosi più profondi è accompagnata da una pericolosa tendenza a dare identico valore alle cose materiali ed alle relazioni umane, riducendo, così, la persona umana da un 'qualcuno' a un 'qualcosa' che si può mettere da parte a propria discrezione. Inoltre, le tendenze individualistiche generano un falso senso di sicurezza favorendo ciò che Sua Santità Papa Francesco ha descritto come 'cultura dell’esclusione', 'cultura dello scarto' e 'globalizzazione dell’indifferenza'”. "La promozione di 'una cultura della relazione' e di 'una cultura della solidarietà' è perciò un imperativo per tutti i popoli, ed invita ad incoraggiare relazioni basate sull’amicizia e sul reciproco rispetto, a beneficio dell’intera famiglia umana. Questo esige che la dignità intrinseca della persona umana sia comunemente riconosciuta e promossa. È evidente che l’amicizia e la solidarietà sono strettamente legate. Infine, 'la cultura della solidarietà è vedere nell’altro non un concorrente o un numero, ma un fratello. E tutti noi siamo fratelli!' (Papa Francesco, Visita alla Comunità di Varginha (Manguinhos), Rio de Janeiro, 25 luglio 2013)". "In conclusione, desideriamo affermare il nostro convincimento che la cultura della solidarietà si può ottenere solo come 'risultato di uno sforzo concertato di tutti verso il bene comune' (Papa Francesco, Incontro con la classe dirigente del Brasile, Rio de Janeiro, 27 luglio 2013). Sostenuti dagli insegnamenti delle nostre rispettive religioni e coscienti dell’importanza di costruire relazioni autentiche, possiamo noi, indù e cristiani, agire individualmente e collettivamente, insieme con tutte le tradizioni religiose e le persone di buona volontà, per favorire e rafforzare la famiglia umana attraverso l’amicizia e la solidarietà". Vatican Information Service
Roma: Famiglie cristiane: "Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede !
Città del Vaticano, 27 ottobre 2013 (VIS). Il pellegrinaggio della famiglia in occasione dell'Anno della Fede si è concluso questa mattina con la Santa Messa celebrata da Papa Francesco in una Piazza San Pietro gremita di fedeli, come Via della Conciliazione e le vie adiacenti. Di seguito pubblichiamo il testo integrale dell'omelia pronunciata dal Santo Padre dopo la lettura del Vangelo. "Le Letture di questa domenica ci invitano a meditare su alcune caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana. 1. La prima: la famiglia che prega. Il brano del Vangelo mette in evidenza due modi di pregare, uno falso – quello del fariseo – e l’altro autentico – quello del pubblicano. Il fariseo incarna un atteggiamento che non esprime il rendimento di grazie a Dio per i suoi benefici e la sua misericordia, ma piuttosto soddisfazione di sé. Il fariseo si sente giusto, si sente a posto, si pavoneggia di questo e giudica gli altri dall’alto del suo piedestallo. Il pubblicano, al contrario, non moltiplica le parole. La sua preghiera è umile, sobria, pervasa dalla consapevolezza della propria indegnità, delle proprie miserie: quest’uomo davvero si riconosce bisognoso del perdono di Dio, della misericordia di Dio. Quella del pubblicano è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a Dio che, come dice la prima Lettura, «arriva fino alle nubi» (Sir 35,20), mentre quella del fariseo è appesantita dalla zavorra della vanità. Alla luce di questa Parola, vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia … Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole semplicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare insieme il "Padre nostro", intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera. 2. La seconda Lettura ci suggerisce un altro spunto: la famiglia custodisce la fede. L’apostolo Paolo, al tramonto della sua vita, fa un bilancio fondamentale, e dice: «Ho conservato la fede» (2 Tm 4,7). Ma come l’ha conservata? Non in una cassaforte! Non l’ha nascosta sottoterra, come quel servo un po’ pigro. San Paolo paragona la sua vita a una battaglia e a una corsa. Ha conservato la fede perché non si è limitato a difenderla, ma l’ha annunciata, irradiata, l’ha portata lontano. Si è opposto decisamente a quanti volevano conservare, "imbalsamare" il messaggio di Cristo nei confini della Palestina. Per questo ha fatto scelte coraggiose, è andato in territori ostili, si è lasciato provocare dai lontani, da culture diverse, ha parlato francamente senza paura. San Paolo ha conservato la fede perché, come l’aveva ricevuta, l’ha donata, spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive. Anche qui, possiamo chiedere: in che modo noi, in famiglia, custodiamo la nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, come un conto in banca, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono spesso "di corsa", molto affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa "corsa" può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglia e mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni. 3. E un ultimo aspetto ricaviamo dalla Parola di Dio: la famiglia che vive la gioia. Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione: «i poveri ascoltino e si rallegrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo è un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il motivo di questo rallegrarsi? E’ questo: il Signore è vicino, ascolta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora san Paolo: «Siate sempre lieti … il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). Eh … a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh, date voi la risposta. Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società. Care famiglie, vivete sempre con fede e semplicità, come la santa Famiglia di Nazaret. La gioia e la pace del Signore siano sempre con voi!". Vatican Information Service
Roma: Angelus: Maria, Regina della famiglia, prega per noi
Città del Vaticano, 27 ottobre 2013 (VIS). Al termine della Santa Messa, celebrata nella Giornata della Famiglia in occasione dell'Anno della Fede, Papa Francesco ha recitato una preghiera davanti all'icona della Santa Famiglia di Nazaret, raccomandando tutte le famiglie perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia. Prima della recita dell'Angelus, il Papa ha salutato e ringraziato tutti i pellegrini, specialmente le famiglie presenti in Piazza San Pietro. Successivamente ha rivolto parole di saluto ai Vescovi e ai fedeli della Guinea Equatoriale, giunti a Roma in occasione della ratifica dell'Accordo con la Santa Sede. "La Vergine Immacolata - ha detto Papa Francesco - protegga il vostro amato popolo e vi ottenga di progredire sulla via della concordia e della giustizia". "Adesso pregheremo insieme l’Angelus. Con questa preghiera invochiamo la protezione di Maria, nostra Madre, per le famiglie del mondo intero, in modo particolare per quelle che vivono situazioni di maggiore difficoltà. Maria, Regina della Famiglia, prega per noi!", ha concluso il Papa, invitando i presenti a ripetere l'invocazione alla Vergine. Vatican Information Service
Roma: Pellegrinaggio delle famiglie in piazza San Pietro
Città del Vaticano, 26 ottobre 2013 (VIS). Oltre 150.000 persone, provenienti da 75 paesi dei cinque continenti, si sono date appuntamento questo pomeriggio in Piazza San Pietro, per partecipare all'incontro con il Papa, al termine del pellegrinaggio al sepolcro dell'Apostolo Pietro nell'Anno della Fede, sul tema: "Famiglia, vivi la gioia della fede!". Papa Francesco ha percorso in autovettura Via della Conciliazione abbracciando i bambini che gli venivano presentati e ha dedicato il suo discorso alla famiglia. Entrato in Piazza San Pietro accompagnato da alcuni bambini che portavano palloncini colorati, Papa Francesco ha ascoltato le esperienze di diverse persone: famiglie che attraversano momenti difficili, giovani che desiderano sposarsi e che non trovavano lavoro e si è chiesto: "Come è possibile vivere la gioia della fede, oggi, in famiglia? (...) La vita spesso è faticosa, tante volte anche tragica! Abbiamo sentito recentemente... Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica. (...) Ma quello che pesa di più nella vita (...) è la mancanza di amore (...). Senza amore la fatica diventa più pesante, intollerabile". "Care famiglie! - ha detto Papa Francesco - il Signore conosce le nostre fatiche: le conosce! E conosce i pesi della nostra vita. Ma il Signore conosce anche il nostro profondo desiderio di trovare la gioia del ristoro! (...). Gesù vuole che la nostra gioia sia piena! Lo ha detto agli Apostoli e lo ripete oggi a noi. (...). E questa Parola di Gesù portatela a casa, portatela nel cuore, condividetela in famiglia". Nel citare le parole del rito del Matrimonio: "'Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore' (...) - il Papa ha detto: "Gli sposi in quel momento non sanno cosa accadrà, non sanno quali gioie e quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. E questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi! Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità. Gli sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società. Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli". "I cristiani si sposano nel Sacramento - ha proseguito il Pontefice - perché sono consapevoli di averne bisogno! (...) E hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno! E questo è importante! Nelle famiglie sapersi perdonare, perché tutti noi abbiamo difetti, tutti! Talvolta facciamo cose che (...) fanno male agli altri. Avere il coraggio di chiedere scusa, quando in famiglia sbagliamo…" Successivamente il Papa ha ripetuto le tre parole chiave per portare avanti una famiglia: permesso, grazie, scusa. "Chiediamo permesso per non essere invadenti in famiglia. (...) Diciamo grazie, grazie per l’amore! (...) E l’ultima: scusa. Tutti sbagliamo (...) e alcune volte (...) si dicono parole forti, ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia!". Se nella famiglia "manca l'amore manca la gioia, manca la festa, e l'amore ce lo dona sempre Gesù: Lui è la fonte inesauribile". Al termine il Papa ha proposto l'icona della Presentazione di Gesù al Tempio, scelta dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, come immagine di questo pellegrinaggio. "Anche i protagonisti della scena hanno il loro cammino: Maria e Giuseppe si sono messi in marcia, pellegrini a Gerusalemme, in obbedienza alla Legge del Signore; anche il vecchio Simeone e la profetessa Anna, pure molto anziana, giungono al Tempio spinti dallo Spirito Santo. La scena ci mostra questo intreccio di tre generazioni (...) Questi due anziani rappresentano la fede come memoria. (...) I nonni sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popolo che non ascolta i nonni, è un popolo che muore! (...) Maria e Giuseppe sono la Famiglia santificata dalla presenza di Gesù, che è il compimento di tutte le promesse. Ogni famiglia, come quella di Nazareth, è inserita nella storia di un popolo e non può esistere senza le generazioni precedenti. E perciò oggi abbiamo qui i nonni e i bambini. I bambini imparano dai nonni, dalla generazione precedente". "Care famiglie - ha concluso il Santo Padre - anche voi siete parte del popolo di Dio. Camminate con gioia insieme a questo popolo. Rimanete sempre unite a Gesù e portatelo a tutti con la vostra testimonianza". Vatican Information Service
Roma: Udienza al presidente della repubblica di Panama
Città del Vaticano, 26 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina, sabato 26 ottobre 2013, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente della Repubblica del Panama, il Signor Ricardo Alberto Martinelli Berrocal, è stato ricevuto in Udienza da Sua Santità Francesco. Successivamente, si è incontrato con l'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Durante i cordiali colloqui c’è stato uno scambio su alcuni temi attinenti all’attuale situazione nel Paese, in particolare sulle politiche sociali avviate dal Governo, ed i progetti di sviluppo per la Nazione. È stata poi evocata la lunga tradizione cristiana del Paese, e ci si è soffermati sugli storici legami bilaterali, con particolare interesse per le attuali relazioni tra la Chiesa e lo Stato. Al riguardo, è stata anche espressa gratitudine per il dono di una statua di Santa María La Antigua, Patrona della Nazione, offerta al Pontefice dal Capo dello Stato e collocata nei Giardini vaticani. Nel prosieguo delle conversazioni si è dato uno sguardo panoramico sulla situazione regionale. Vatican Information Service
Roma: Papa Francesco ringrazia il suo predecessore per il nodo alla chiesa della trilogia su Gesu' di Nazaret e conferisce il "Premio Ratzinger" di teologia
Città del Vaticano, 26 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha conferito il "Premio Ratzinger" - istituito nel 2011 dalla "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI" - al Reverendo Professor Richard A. Burridge, biblista inglese, Decano del King’s College di Londra e ministro della Comunione Anglicana e al teologo tedesco Professor Christian Schaller, laico, docente di teologia dogmatica e Vicedirettore dell’Istituto Papa Benedetto XVI di Regensburg, che ha pubblicato l'Opera Omnia di Joseph Ratzinger. Dal 24 al 26 ottobre, la Pontificia Università Lateranense (Roma) è stata sede del simposio organizzato dalla Fondazione sul tema: "I Vangeli: storia e cristologia" a partire dalla ricerca di Joseph Ratzinger. "Vi ringrazio - ha detto Papa Francesco - e sono contento di incontrarmi con voi, soprattutto in segno della nostra riconoscenza e del nostro grande affetto per il Papa emerito Benedetto XVI. Vorrei condividere con voi una riflessione che mi viene spontanea quando penso al dono davvero singolare che egli ha fatto alla Chiesa con i libri su Gesù di Nazaret". "Mi ricordo che quando uscì il primo volume, alcuni dicevano: ma che cos’è questo? Un Papa non scrive libri di teologia, scrive encicliche!... Certamente Papa Benedetto si era posto questo problema, ma anche in quel caso, come sempre, lui ha seguito la voce del Signore nella sua coscienza illuminata. Con quei libri lui non ha fatto magistero in senso proprio, e non ha fatto uno studio accademico. Lui ha fatto dono alla Chiesa, e a tutti gli uomini, di ciò che aveva di più prezioso: la sua conoscenza di Gesù, frutto di anni e anni di studio, di confronto teologico e di preghiera. Perché Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio, e tutti lo sappiamo. E questa l’ha messa a disposizione nella forma più accessibile". "Nessuno può misurare quanto bene ha fatto con questo dono; solo il Signore lo sa! Ma tutti noi ne abbiamo una certa percezione, per aver sentito tante persone che grazie ai libri su Gesù di Nazaret hanno nutrito la loro fede, l’hanno approfondita, o addirittura si sono accostati per la prima volta a Cristo in modo adulto, coniugando le esigenze della ragione con la ricerca del volto di Dio". "Al tempo stesso, l’opera di Benedetto XVI ha stimolato una nuova stagione di studi sui Vangeli tra storia e cristologia, e in questo ambito si pone anche il vostro Simposio, di cui mi congratulo con gli organizzatori e i relatori". Al termine il Santo Padre si è congratulato, anche a nome del suo Predecessore, con i vincitori del premio. Vatican Information Service
Roma: Papa Francesco agli ex-alunni dei gesuiti dell'Uruguay: pregate per me e per i miei collaboratori, il lavoro e' tanto
Città del Vaticano, 26 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina, nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha ricevuto un gruppo di ex-alunni dei Gesuiti dell'Uruguay ed ha rivolto loro un breve discorso che riportiamo di seguito: "Desidero ringraziarvi nuovamente per la visita e per il saluto. Voi suscitate in me tanti ricordi. L’unica cosa che mi stupisce è che non c’è nessuno di voi con il mate... Non avete avuto il coraggio? Vi è mancata la vena uruguaiana? Quando è venuto il vostro Presidente avevamo il mate! Bene, grazie veramente". "Vedo che ci sono molti bambini; è una promessa e una speranza. Questa visita suscita in me tanti ricordi legati ai compagni che l’hanno organizzata e a tante altre cose belle". "Non so quando sarà in programma un viaggio nel vostro Paese, ma prima del 2016 sicuramente no. Una cosa è certa: se visiterò l’Argentina, dovrò visitare anche il Cile e l’Uruguay, tutti e tre insieme. Così ci incontreremo lì". "Vi ringrazio tutti di nuovo e vi chiedo un favore: di pregare per me. Perché qui la gente è buona, sono buoni i compagni e tutti lavorano insieme, ma il lavoro è tanto e non ce la si fa. Pregate per me, per i miei collaboratori, perché possiamo andare avanti. Molte grazie!". Vatican Information Service
Roma: Cardinale Farina inviato speciale del Papa primo centenario dell'universita' "Sophia" di Tokyo
Città del Vaticano, 26 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina è stata pubblicata la Lettera, redatta in latino e datata 7 ottobre, con la quale il Santo Padre nomina il Cardinale Raffaele Farina, S.D.B., Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del primo centenario dell'Università "Sophia" di Tokyo (Giappone), in programma il 1° novembre. La missione che accompagnerà il Cardinale Farina è composta dal Padre Juan Haidar, S.I., argentino, Professore associato alla Facoltà di Teologia e Direttore del Centro Cattolico all'Università "Sophia"; da Don Celestino Cavagna, italiano, già Vicario Generale e Segretario Generale dell'Arcidiocesi di Tokyo, attualmente Parroco a Tachikawa, Tokyio e dal Padre Nobukuni Suzuki, S.I., giapponese, Lettore presso la Facoltà di Teologia dell'Università "Sophia". Vatican Information Service
Roma: Udienze
Città del Vaticano, 28 ottobre 2013 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza: - Il Signor Teruaki Nagasaki, Ambasciatore del Giappone, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. - Il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede. - Il Signor Jim Yong Kim, Presidente del Banco Mondiale. - La Signora Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace 1991. - Il Signor Rrok Logu, Ambasciatore di Albania in Visita di Congedo. Sabato 26 ottobre il Santo Padre ha ricevuto in udienza: - Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Vatican Information Service
Roma: Altri atti pontifici
Città del Vaticano, 28 ottobre (VIS). Il Santo Padre: - Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di El Obeid (Sudan), presentata dal Vescovo Macram Max Gassis, M.C.C.J., per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Michael Didi Adgum Mangoria, Coadiutore della medesima Diocesi. - Ha nominato il Vescovo Richard Joseph Gagnon, Arcivescovo di Winnipeg (superficie: 116.405; popolazione: 723.000; cattolici: 169.000; sacerdoti: 82; religiosi: 135; diaconi permanenti: 19), Canada. L'Arcivescovo eletto è nato a Lethbridge (Canada) nel 1948 ed è stato ordinato sacerdote nel 1983; dal 1984 al 1986 è stato Vicario della parrocchia di "St.Mary's" a Vancouver e Cappellano del programma VanSpec; dal 1986 al 1993 Parroco di "St. Jude's" a Vancouver; nel 1989 Direttore spirituale della "Catholic Women's League" e nel 1992 Direttore dell'Ufficio per l'Educazione Religiosa; dal 1993 Parroco fondatore della "St. James Parish" a Abbotsford e Decano del decanato "Fraser Valley East". Nel 1999 Amministratore della parrocchia "St. Nicholas" a Langley. Nel 2002 Vicario Generale di Vancouver, Consultore diocesano, Parroco di "St. John the Apostle" e Vice-presidente del Sinodo arcidiocesano. Nel 2004 è stato eletto Vescovo di Victoria (Canada). Succede all'Arcivescovo James Weisgerber, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età. Sabato 26 ottobre il Santo Padre: - Ha accettato la rinuncia all'ufficio di Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Luanda (Angola), presentata dal Vescovo Anastácio Kahango, O.F.M.Cap., per raggiunti limiti di età. - Ha nominato il Reverendo Giovanni Battista Piccioli, Vescovo Ausiliare di Guayaquil (superficie: 12.446; popolazione: 2.916.000; cattolici: 2.657.000; sacerdoti: 317; religiosi: 621; diaconi permanenti: 21), Ecuador. Il Vescovo eletto è nato nel 1957 a Erbusco (Italia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1982. Nel 1995 è stato inviato come missionario 'fidei donum' in Ecuador. È stato finora Professore di Teologia nel Seminario Maggiore di Portoviejo e Parroco di "Santa Rosa de Lima" a San Vicente nell'Arcidiocesi di Portoviejo (Ecuador). - Ha nominato il Reverendo Bertram Victor Wick Enzler, Vescovo Ausiliare di Guayaquil (Ecuador). È stato finora Vicario Episcopale e Parroco di Santa Elena nella medesima Arcidiocesi. Il Vescovo eletto è nato a Waldkirch (Svizzera) nel 1955 ed ha ricevuto l'Ordinazione sacerdotale nel 1991. Nel 1994 è stato nominato Parroco nella penisola di Santa Elena; nel 2005 è stato trasferito a Guayaquil nella Parrocchia di "Gesù Buon Pastore". Nel 2009 è stato Parroco nella parrocchia di "Santa Madre de la Iglesia" in Los Ceibos e successivamente di "Santa Elena". È stato finora Vicario Episcopale. - Ha nominato il Monsignore Aldo Giordano, Nunzio Apostolico nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1954 a Cuneo (Italia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1979. Nel 1995 è stato eletto Segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (CCEE) e nel 2008 è stato nominato Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa di Strasburgo. Vatican Information Service
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