Forio: A trent'anni dalla pubblicazione dell'opera di Nino D'Ambra “Giuseppe Garibaldi , cento vite in una”, una vera rarita' editoriale
Continua a Forio la festa di due personalità tra due ricorrenze in festa. Nino d’Ambra da “garibaldino ” ha festeggiato nel corso del 2011 i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia con una grande mostra su Garibaldi e con varie manifestazioni culturali nel suo Centro di Ricerche Storiche; e quest’anno, per la bella opera storica, pubblicata nel 1983, su Garibaldi, è da festeggiare l’autore, Nino d’Ambra.
Giuseppe Garibaldi. Cento vite in una. È un particolare libro sull’ Eroe del popolo dopo tante mitiche e classiche opere che si sono succedute in centocinquanta anni, ed in sé è anche un album fotografico con rarissime e preziose immagini-documento. Una rarità editoriale! Basterà, anche a distanza di trent’anni dalla pubblicazione, sfogliare appena questo volume, fermamente voluto e amorevolmente scritto e curato da Nino d’Ambra, per rendersi conto che non di un superato o ripetitivo studio su Garibaldi e nemmeno di un altro generico libro fotografico si tratta. Quello che abbiamo davanti è il “Filo d’Arianna” col quale tutti, studiosi e cultori di studi patri, potranno esplorare in sicurezza quell’importante periodo storico che portò all’Unità e alla Nuova Italia. Un libro con cui la storia si offre con chiarezza, prima di tutto, ai Meridionali, che oltre ad amarla vogliano veramente conoscerla, e, poi, a tutti gli Italiani, perché si rendano conto di cosa significhi la storia del nostro Risorgimento, e perché possano verificare il senso profondo dell’esternazione e della perentoria affermazione conclusiva del Carducci nel suo discorso commemorativo: « Sul rogo dell’Eroe gettino gli Italiani non le cose più care come solevano gli antichi, ma la parte più triste che li rende deboli e divisi ». Nino d’Ambra è lo storico di Garibaldi, l’eminente studioso che è venuto rendendo, di decennio in decennio, Forio d’Ischia crocevia obbligato di intellettuali ed artisti di ogni ordine e grado, l’intellettuale in incognito che non si è mai rassegnato a raccogliere documenti rari e obliati nei reconditi scaffali di archivi italiani ed esteri, ma li ha sempre voluti anche studiare per poi renderli noti attraverso specifiche pubblicazioni. Con quest’opera: Giuseppe Garibaldi. Cento vite in una, l’amico, l’avvocato d’Ambra, consegna ancora, a distanza di trenta anni, agli Ischitani, ai Napoletani, ai Meridionali e a tutti gli studiosi che amano l’Italia quell’autentico strumento di conoscenza e di studi futuri – raro nel panorama editoriale nostrano, ma ben radicato nella prassi anglosassone – che è il companion, il manuale che ti accompagna appunto come un compagno di viaggio all’interno di un autore, di un personaggio, di un paese e della sua storia: un’opera che coniuga la divulgazione con l’affidabilità. Divulgazione, perché le rare fotografie e le preziose immagini, fuori testo, costituiscono già di per sé un impatto clamoroso con la realtà storica e un solido supporto per la memoria; affidabilità, perché il progetto editoriale ha previsto, nella cura iconografica e nella stesura dei testi, uno specialista di sicura e comprovata competenza qual è l’autore. L’opera, dopo sei lustri, resta, per originalità, una novità assoluta e può essere considerata una specie di enciclopedia documentaria su Garibaldi. Meglio considerarla un’antologia dell’epopea garibaldina. E che cosa può antologizzare oggi un’antologia storica? Già delimitare il significato di storia non è semplice (ci può essere storia in un aneddoto locale, in una pittura, ecc.). Si potrebbe scegliere un criterio puramente formale, guardando all’uso della biografia, però quest’uso è dilagato già in tanti abusi. Se antologia non significa più, oggi, scelta in base all’eccellenza dei fatti maggiori; se è la storia che motiva il successo e la diffusione di un testo, così come gli interventi propositivi adoperati dal nostro autore, si deve chiarire allora e subito la prospettiva di storicizzazione da lui scelta. Si può dire, intanto, che ha evitato un impianto espositivo decisamente storico-biografico, sarebbe stato distorto un impegno storiografico rivolto solo ad una parte, anche se fondamentale, tanto più che proprio in opere storiografiche, di solito, vengono più estesamente rivelate le motivazioni ideologiche. Non solo, ma è parso allo studioso d’Ambra che una rigida periodizzazione avrebbe imposto un incasellamento non adeguatamente motivabile in un’opera antologica che vuol lasciare ai testi-documento lo spazio maggiore. Il lavoro di Nino d’Ambra, dunque, è ritmato da sezioni dedicate alle più significative opere e ai cruciali giorni dell’ Eroe del popolo e da altre contenenti momenti e fermenti collegati, oltre che dalla contemporaneità, da vicinanza contenutistica. La voluta neutralità delle etichette è poi abbandonata all’interno delle specifiche sezioni, nelle quali ogni elemento storico utile viene esibito, ogni affinità è messa in luce e collegata con ambienti e movimenti del contesto. La storia viene, insomma, ricostruita in direzione centrifuga: dai testi, con i loro commenti, che illustrano sempre i rapporti intertestuali, alle sezioni che illuminano le grandi linee percorse dalla nostra storia risorgimentale. Infine, l’opera di Nino d’Ambra mantiene perfino più di quello che promette il titolo, perché non mancano esaurienti note nel repertorio biografico dei personaggi citati nel testo, senza trascurare la ricchezza iconografica, costituita, come si diceva, da documenti unici e da foto storiche rare. “Il fare un libro è men che niente, se il libro fatto non rifà la gente” ammonisce col suo caratteristico spirito toscano il poeta Giuseppe Giusti: questo libro è destinato indubbiamente a “rifare” gli Italiani. Luigi Fienga (Quotidiano “Il Golfo” del 14 febbario 2013, pag.19)
N.B. Per ulteriori recensioni ed approfondimenti, si rinvia al libro curato da Ideale Capasso “A dieci anni dal Garibaldi di Nino d’Ambra: giudizi immagini ricordi”, pubblicato nel 1993. In esso sono, fra l’altro, riportate, per la quasi totalità, le elevate relazioni dei presentatori: Domenico Rea, giudice Mario Parente, avv. Mario Buono direttore della Biblioteca Antoniana, Giusepe Garibaldi jr.,Franco Coppa segretario generale del Centro Foriano per l’Assistenza Scolastica e per le Iniziative Culturali, prof.Vincenzo Mennella presidente del 24° Distretto Scolastico delle Isole di Ischia e Procida, prof.Sebastiano Conte presidente del Centro Studi su l’Isola d’Ischia, on.Franco Iacono, dr.Giuseppe Balzano, prof.Giuseppe Russo ed il senatore prof.Giuseppe Giliberti.
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