60° de Le 4 Giornate di Napoli, le bombe su Forio |
Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche | |||
Scritto da Caterina Sepe | |||
Domenica 02 Novembre 2003 19:14 | |||
60° de Le 4 Giornate di Napoli, le bombe su Forio Terzo ed ultimo incontro organizzato dal Centro Ricerche Storiche D'Ambra. Le bombe su Forio nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943. per portare una corona d’alloro sulla lapide dedicata ai foriani caduti sotto le macerie in quella terribile notte tra l’8 e il 9 settembre 1943. Due studentesse dell’OIT-IPCT (Istituto Professionale Commercio e Turismo) di Forio, ex Isabella d’Este, Adriana Monti e Lucia Migliaccio, aprivano il corteo con la corona per effettuare una prima tappa nella vicina Chiesa di S. Vito, dove l’avv. d’Ambra ha fatto una sintesi degli avvenimenti salienti del 1943, prevalentemente attinenti all’Isola d’Ischia. Ha esordito parlando dell’affondamento del S. Lucia da parte di aerosiluranti inglesi a largo di Ventotene che fu il primo shock diretto per gli ischitani. Un bilancio veramente tragico: 76 morti, di cui cinque ischitani, Ettore Albanelli di anni 39, Luisa Iodice di anni 20, Libera Iodice di anni 26, Antonio De Angelis di anni 50 e Carmine Parascandolo di anni 29. Per ricordare il luttuoso avvenimento – ha continuato l’avv. d’Ambra – il 24 luglio scorso una delegazione dei Marinai d’Italia dell’Isola d’Ischia ed una rappresentanza del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra ha presenziato alle cerimonie di commemorazione per il 60° anniversario del luttuoso avvenimento, organizzate dall’associazione dei familiari dei caduti, presieduta dalla signora Mirella Romano, con lo scoprimento di un significativo monumento a Ventotene a loro dedicato ed un annullo postale speciale.In precedenza però un traghetto della Caremar aveva condotto tutti sul luogo dell’affondamento dove a 45 metri giace la nave-sarcofago; sul posto i presenti hanno lanciato fiori in mare, dopo la messa a bordo e dopo i commoventi interventi di Nunzio Albanelli (figlio di Ettore) e Mirella Romano. Dopo l’arresto di Mussolini – ha sintetizzato l’avv. d’Ambra, per inquadrare gli avvenimenti in quel particolare momento storico - il 27 luglio 1943 fu nominato come Capo del Governo Pietro Badoglio. Però le sciagure riguardanti Ischia non terminarono. Il 4 agosto ’43 Pietro Coppa di 57 anni, corriere di Forio fu vittima a Napoli di un’incursione aerea. Poi verso le 19.30 dell’8 settembre, fu reso pubblico l’armistizio. Forio festeggiò in grande euforia la fine della guerra. Ma durante la notte subito dopo i festeggiamenti, ci fu un fitto bombardamento aereo centrato sulla zona di S. Vito a Forio, col tragico risultato di 13 morti, mutilati, feriti e tante case distrutte; ma soprattutto un evento che segnò la vita di tanti sopravissuti. Nino d’Ambra ha sottolineato più volte che lui si reputa un fortunato perché alcune bombe caddero a pochi metri dalla sua abitazione. In quella circostanza in un grosso fabbricato sito in Via Vecchia (allora numero civico 46) perirono sotto le macerie: Francesco Luongo di anni 35, Annamaria Verde vedova D’Abundo di anni 73, Ciro Verde fu Francesco di anni 81, Aniello d’Abundo di anni 30, Rosa Emilia Nastasi in d’Abundo di anni 26 (questi ultimi freschi sposi, tornati quella sera dal viaggio di nozze) e Teresa Di Maio vedova Calise di anni 62. Nell’antico palazzo sito in Forio alla Via S. Vito n. 11 perirono la nonna e due nipotini e cioè Lucia Mattera in Patalano di anni 73 e Roberto ed Antonio Bartolomei di Gaetano, rispettivamente di quattro e di sette anni. Nella casa sita in Forio in Vico Albergo (alla contrada S. Vito) morirono gli anziani coniugi Aniello Verde di anni 74 e Brigida Verde di anni 66 (i nonni delle prof.sse Brigida ed Anna Verde, che durante il pellegrinaggio hanno apportato un loro apprezzato contributo di chiarezza). Fra i feriti gravi Nino d’Ambra ha ricordato la professoressa Giuseppina Patalano, a cui dovettero amputare un braccio. Il giorno successivo, e cioè il 9 settembre - ha continuato l’avv. d’Ambra - si riunirono ad Ischia gli antifascisti: avv. Andrea Capezza, avv. Francesco Regine, Antonio Matarese, Ciccio Longobardi, avv. Luigi Morgera, Salvatore De Pascale ed altri. Ischia allora era presidiata, oltre che dalle normali Forze dell’Ordine, anche dalla Milizia Fascista Territoriale e da un’ottantina di soldati tedeschi, come testimonia anche l’avv. Andrea Capezza di Casamicciola in un suo scritto. Onde evitare che gli Americani effettuassero uno sbarco cruento, investendo così la popolazione civile ischitana, con l’aiuto dell’avv. Pasquale Schiano e con l’autorizzazione degli Alleati, il Gruppo antifascista ischitano, trattò l’evacuazione pacifica dei tedeschi che furono accompagnati a Baia con una motonave. Il 10 settembre gli Alleati sbarcarono ad Ischia. Il Capitano John Whyte fu nominato Governatore Militare Alleato dell’Isola. Il Governatore autorizzò la pubblicazione del primo giornale libero ischitano del dopoguerra: “Ischia Nuova”, settimanale, diretto da Vincenzo Telese, poi sindaco del Comune di Ischia per lungo tempo. Il 17 settembre – ha continuato d’Ambra – ci fu un fitto bombardamento tedesco su Ischia Porto per oltre un’ora: la popolazione era atterrita. Un colpo di cannone uccise insieme Gino Lucetti e l’ischitano Francesco Buono. Il Lucetti che l’11 settembre 1926 aveva attentato alla vita di Mussolini, era stato liberato dal carcere di S. Stefano dopo aver scontato la pena ed era in attesa di mezzo per raggiungere la sua famiglia. Il Buono, studente della Nunziatella di 18 anni, aveva chiesto un incontro al Lucetti per farsi raccontare a viva voce i dettagli dell’attentato a Mussolini (curiosità di giornalista nato). Entrambi trovarono la morte mentre erano seduti su di una panchina della Pagoda sul porto d’Ischia. “Le Quattro Giornate di Napoli” fu l’evento clou di quell’anno. Il giorno 29 fu ucciso a Napoli l’ischitano Mario Onorato, mitragliato dai tedeschi. Rocco d’Ambra (fratello di Nino d’Ambra) fu uno dei principali protagonisti delle quattro giornate e delle attività politiche immediatamente precedenti e successive allo storico evento; perciò questi tre giorni di studio e di rievocazione storica sono a Lui dedicati in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Il primo ottobre 1943 gli Alleati entrarono a Napoli, che la sollevazione popolare aveva già liberato dai tedeschi. Non perché da soli i napoletani potessero battere un esercito addestrato come quello tedesco – ha precisato Nino d’Ambra – esercito che ebbe sì l’ordine della ritirata, ma dopo aver prelevato uomini da condurre in Germania come forza-lavoro ed aver fatto saltare con le mine gli edifici più importanti di Napoli. Se tutto questo non avvenne che in minima parte, lo si deve soprattutto alla sollevazione popolare che lo impedì. Il 12 dicembre 1943 la foriana Angela Abrogato (sorella della madre di Nino d’Ambra) di anni 28, sposata con due figli, fu mitragliata dai tedeschi sul ponte del fiume Vibrata, in provincia di Teramo, mentre si recava a messa. Quel terribile 1943 si chiudeva con la nomina dell’avv. Luigi Morgera a “Commissario Prefettizio dell’Isola d’Ischia”. Ma le sofferenze e gli stenti non terminarono in quell’anno (come d’altronde per tutti gli Italiani). Altro tempo doveva passare prima che la situazione si normalizzasse. Dopo questa sintesi storica tracciata dall’avv. d’Ambra dai microfoni dell’altare maggiore della Chiesa di S. Vito, il corteo è uscito dalla Basilica ed è andato nel cortile attiguo a depositare la corona di alloro presso la lapide dedicata ai tredici caduti foriani nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943. Ivi il parroco Mons. Giuseppe Regine, assistito dal futuro sacerdote Giuseppe Nicolella, ha recitato le preghiere che la luttuosa circostanza richiedeva, ascoltato con silenzio e compunzione da parte dei numerosi presenti, prevalentemente studenti e professori. Lasciato il cortile sacro, è iniziato il pellegrinaggio sui luoghi della memoria, dove l’avv. d’Ambra, passo dopo passo, ha indicato le case che lui, bambino, vide diroccate a seguito del bombardamento e dove i singoli sfortunati 13 foriani perirono sotto le bombe quando meno se l’aspettavano. Qualche casa è ancora diroccata dopo 60 anni! La partecipazione degli studenti è stata molto numerosa. Un particolare plauso va agli alunni delle Terze della ex Isabella d’Este e della Scuola Media Statale “S. Caterina da Siena” di Forio per la presenza compatta, interessata e pensosa delle proprie radici e del proprio futuro. Hanno altresì presenziato i professori: Brigida Verde, Luigi Cimmaruta, Marilena Della Pietra, Antonietta Cagliozzi d’Ambra, Anna Verde, Gelsomina Lamagna, Aniello Penza e Nicola Lamonica; oltre alla dr.ssa Maria d’Ascia, all’ing. Maurizio d’Ambra, al pittore Franco Miranda e tanti altri di cui a chi scrive sfugge il nome (pertanto si scusa). L’incontro culturale è terminato presso la sede del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra, dove un rinfresco ed una gaggìa (eletto fiore del partigiano) hanno concluso i tre incontri su “Le Quattro Giornate di Napoli” dedicate alla memoria di Rocco d’Ambra, in occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa. Durante il percorso l’avv. d’Ambra ha ricordato che quando Benedetto Croce con la famiglia risiedeva a Villa Trione a Sorrento nel settembre 1943, fu condotto di notte a Capri da un ufficiale inglese e dai partigiani Rocco d’Ambra e Marco Pasanisi, perché fosse posto al riparo da un imminente sequestro da parte dei nazifascisti. Le varie fasi logistiche sono state curate e dirette, come sempre, dalla prof.ssa Gemma d’Ambra, con la collaborazione di Giusi Mattera e con la consueta efficacia e discrezione. (Caterina Sepe “Il Golfo”, 2 novembre 2003, pp.27 e 28) ALLE INNOCENTI VITTIME CIVILI ANTONIO BARTOLOMEI, ROBERTO BARTOLOMEI,ANIELLO D’ABUNDO, CHE IN QUESTO SACRO CORTILE IL COMUNE DI FORIO Forio, 9 settembre 1998
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Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Maggio 2009 18:20 |