Napoli: Da Nimby a Yimby For Us: Il 25 febbraio primo compleanno della entrata in vigore della legge popolare campana sul solare - la necessità della sua attuazione e della sua estensione nazionale.
Non è forse per me fantastico pensare di attendere il prossimo giugno per accogliere, nel massimo del suo splendore, la luce di δ (delta) Sco e ε (epsilon) Sco, partita dalla Via Lattea quando io sono nato? Dal momento del suo arrivo ai miei occhi potrebbe raccontare negli anni successivi la intera mia vita e tutto il Mondo che l’ha circondata, a partire dalla mia amata sposa Ileana, fino ai miei dolcissimi nipoti. Volgendoci all’Infinito che ci circonda, ormai un gesto sempre più inusuale, ognuno di noi nella notte, quando sono queste fonti a illuminarla, può ritrovare nei raggi che da Esso provengono, la luce generata in ogni momento della nostra vita e di quella passata. Nessuno, ricco e potente che sia, può turbare questa condizione dell’Universo e impedire alle Stelle di comunicare con noi inviandoci i propri raggi di luce e di calore o può appropriarsene.
Fra tutte le Stelle dell’Universo, Il Sole è la più generosa verso la Terra; nel volgere breve di una ninna nanna a un bimbo che sogna ancora la Natura da cui è appena venuto, 8 minuti, giungono alla Terra i raggi da Esso generati, densi della illimitata moltitudine dei colori dell’Arcobaleno e colmi di energia, misurata, secondo le eterni leggi della Natura, a soddisfare ogni necessità e attività del nostro Pianeta: le nuvole rosate e plumbee, la dolcezza di inebrianti brezze, la forza e la voce imperiose della inarrestabile tempesta, il dolce fluire di placidi ruscelli, le spumeggianti bianche cascate e la infinita, meravigliosa Biodiversità, cui la Umanità appartiene. Così la Natura offre alla Umanità la Energia, la prima fonte della Vita, la sola per Essa possibile e praticabile e così – prima come Comitato Promotore della Legge di iniziativa Popolare e poi come Rete per la Civiltà del Sole e della Biodiversità – l’abbiamo colta per far divenire Legge degli Uomini, oggi legge n.1 del 2013 della Regione Campania, la legge della Natura. La fruizione da parte dell’Uomo della energia donataci dal Sole significa perciò tutela della incommensurabile Bellezza del Pianeta e dello Spazio fisico in cui è immerso, salvaguardia e conservazione delle sue risorse, armonia compiuta fra le tutte le specie e le forme di vita che l’animano, tutela di ogni sua storia e valore generato, naturale ed umano Pensare diversamente, assegnando alla Energia Solare la identità di “fonte alternativa alle fossili” di riproduzione dell’attuale modello culturale, economico, produttivo, sociale, di sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo e dell’Uomo sulla Natura è profondamente sbagliato perché non arresta il declino verso la catastrofe e allo stesso tempo è impraticabile. Il sito nazionale di VAS – Verdi, Ambiente e Società – riporta ancora oggi una fortemente significativa notizia dal titolo “il contestato progetto di impianto solare termodinamico di Banzi, in provincia di Potenza”. Il Presidente dell’Associazione, Guido Pollice, nella richiesta di annullamento di ogni autorizzazione e l’architetto Rodolfo Bosi, estensore dell’articolo, espongono in maniera perfetta, con un puntuale ed inconfutabile insieme di elementi giuridici, procedurali e tecnici, le ragioni della netta opposizione dell’Associazione VAS e di un vasto movimento di associazioni alla realizzazione dell’impianto: dall’impatto fortemente violento sul consumo di prezioso suolo agricolo alle emissioni in atmosfera e alle immissioni al suolo, dal grande affare per i soggetti attuatori dell’impianto alla totale assenza di democrazia e partecipazione attiva della collettività alle scelte. Dai dati esposti da VAS, possiamo poi dedurre che in sostanza si tratta di un impianto ibrido – energia da radiazioni termiche solari e da metano - già concettualmente ed impiantisticamente diverso perciò dal termodinamico puro che utilizza solamente l’energia del sole. Il fatto dell’opposizione VAS ed ecologista nel suo insieme ad un impianto “prevalentemente solare” - né la sostanza della opposizione, stanti i contenuti e i percorsi seguiti, sarebbe per nulla mutata se fosse stato tutto solare - richiama perciò almeno tre fondamentali questioni generali, dei veri postulati: Il Primo: la scelta del solare è condizione necessaria ma non sufficiente per la tutela della Biodiversità, del territorio e dell’ambiente: ovvero il fatto dell’essere solare di un impianto non è in sé la garanzia della qualità ambientale per cui basta essere solare per essere ecologico: è questo un fatto, anche culturalmente, di valenza eccezionale e che taglia netto sulla più grande speculazione di immagine che se ne possa fare del Solare. Disastrosi sono il più grande impianto fotovoltaico italiano a Rovigo da 70 MWe e la miriade di campi eolici ovunque sparsi; catastrofica è la idea – progetto Desertec da 400 miliardi di Euro finanziato dai colossi Deutsche Bank, Siemens, Rwe, E.On nel Sahara per trasformare il deserto in fonte di energia da trasferire in Europa. Il secondo è che la natura solare dell’impianto- sempre nell’accezione globale del termine – non costituisce garanzia di assenza di immani affari - per i casi citati dalla Esteban Morras Andrès alla ENI, dalla Terna all’ ENEL e all’Edison - o di corruzione o interessi speculativi fino al riciclaggio di danaro sporco, come attestato dalle innumerevoli indagini della Magistratura in ogni parte del nostro Paese. Il terzo, forse il più preoccupante, è che le due precedenti questioni del rischio di “saccheggio ecologico” o comunque di mancata tutela del territorio e dell’ambiente e di messa in moto di affari poco chiari e trasparenti possono creare una sfiducia, se non una vera opposizione alla fonte solare, cancellandole la cultura tutta positiva del suo essere, impedendone la diffusione e favorendo nei fatti la continuità delle fonte fossili e delle loro catastrofiche conseguenze. Eppure il Pianeta nella Sua globalità, come in ogni Sua piccola parte, richiama, pena la Sua apocalisse, come la più urgente delle Sue necessità, insieme alla tutela del suo Verde e della sua Biodiversità, l’abbandono quanto più rapido possibile delle fonti fossili ed il passaggio al Solare, in un modello energetico e di sviluppo radicalmente diverso dall’attuale. Se è vero ciò ed è veramente impossibile affermare il contrario, appare quale inconfutabile necessità che il No, netto e chiaro, a determinate, errate ipotesi e progetti sul Solare, speculativi e di saccheggio, non possa essere estraneo in alcun momento ad un percorso di radicale scelta del Solare come sua fonte energetica della transizione dell’oggi e del futuro; ciò vale in generale, ma ancor di più in particolare da parte di quelle Comunità che esprimono e lottano per il NO, anzi tali No non possono che essere la naturale conseguenza del percorso della scelta del solare. Non muoversi in tale categoricamente imperativo Orizzonte significa o ignorare o fingere di ignorare o non credere all’esaurimento delle fonti fossili e ai catastrofici effetti che il loro impiego ha avuto, ha e avrà per il futuro, o caricare il tutto di tale apocalisse e della via di uscita da essa, se ancora possibile, sulle generazioni future, ovvero, per molti aspetti, già su quella che oggi si affaccia alla vita. E così la realtà che viviamo, nel pensiero come in ogni concretezza, è quella per cui le attuali fonti energetiche sono illimitate e che da qualche parte, lontana anche metà della circonferenza dell’intero Pianeta, o dalle più profonde visceri della Terra, dei Mari e degli Oceani, essa deve arrivarci e soddisfare i nostri bisogni: siamo turbati dalle periodiche notizie delle conseguenze della produzione e della utilizzazione delle fonti fossili, ma ciò è altra cosa rispetto ai nostri bisogni di vita “civile e produttiva”. Alla fine è meglio non parlarne ed interrogarci sul futuro: finchè la barca del sistema e del modello economico e produttivo comunque galleggia, lasciamola galleggiare finché irreversibilmente affonderà. E’ questo il senso vero del generalizzato silenzio sulla discussione in atto e sulle proposte presentate a Bruxelles nel gennaio scorso dalla Commissione Europea su Clima ed Energia e che saranno discusse ed approvate nel prossimo mese di marzo dai Capi di Stato UE: si tratta di decisioni fondamentali per il futuro della Umanità e della intera Vita del Pianeta, non qui a millenni o anche secoli, ma ormai a qualche decennio, ovvero nel corso della vita già dei nostri figli e nipoti. In ogni Persona dovrebbe esservi allarme profondissimo perché le proposte presentate – imposte dal sistema economico e produttivo dominante e delle potentissime lobbies fossili – sono del tutto inadeguate ad arrestare i profondi cambiamenti climatici in atto, che già a metà secolo possono divenire, secondo tantissimi scienziati e modelli previsionali, apocalittici. Invece, come detto dominano silenzio ed indifferenza, come se la questione appartenesse ad altro Pianeta, generando - per la debolezza della sensibilità e dell’azione che la sostiene - limiti invalicabili alla acquisizione di proposte concrete - di arresto, prima che sia troppo tardi, del surriscaldamento del Pianeta - come la nostra della rete : 60-50-40 (60, percento riduzione emissioni CO2 sul 1990, 50, percento del fabbisogno con copertura con fonti rinnovabili, 40 percento riduzione consumi con risparmio ed efficientamento) rispetto a quella insignificante, profondamente deludente, della Commissione UE 40 – 27 non vincolante – indefinito! Se oggi il sistema dominante cerca in ogni maniera prioritariamente di continuare con le fonti fossili fino all’ultima goccia, quando in un tempo ormai non più lontano il Sole è la sola fonte di energia per la Umanità, esso cercherà di conservarsi, sostituendo semplicemente alla fonte fossile quella solare con immani interventi, che possono avere conseguenze su certi aspetti anche più devastanti delle stesse fonti fossili, come detto dalla trasformazioni di immense aree oggi naturalistiche ed agricole in aree di produzione di biomasse per creare giacimenti di “nuovo petrolio naturale” alla gigantesca produzione fotovoltaica su incontaminati deserti a servizio dell’attuale modello economico e produttivo nelle regole del capitalismo, del mercato e del libero scambio: la transizione al solare e la sua attuazione hanno implicito fino in fondo il Rischio della Rapina del Sole: è bene sottolinearlo sempre, molto di più, proprio quando si va in tale direzione. Nella “Civiltà del Sole”, invece nessuna Comunità, dalle grandissime Metropoli di milioni di persone al più remoto paesino, può pretendere di attendere il soddisfacimento del proprio fabbisogno energetico con energia proveniente da altre Comunità; e, naturalmente, sia in un contesto di corretta, organica e funzionale armonia di Comunità adiacenti e sia in un concretamente fattibile percorso di transizione, ogni Comunità deve attivarsi per la propria autosufficienza energetica E’ questa la diversità radicale rispetto al modello fossile, che nasce dalla concentrazione di petrolio, gas, carbone, scisti bituminosi nei “giacimenti”, dai quali viene estirpata e portata al consumo. L’energia del Sole per Sua Natura non ha alcun luogo di concentrazione, ci circonda omogeneamente diffusa su tutto il territorio, che diviene così la fonte della produzione. La filosofia della cultura e della diffusione della energia solare ha perciò la sua genesi e la sua attuazione nelle scelte globali che si sono fatte e si fanno per il territorio, in una ineludibile coniugazione, armonia e tutela della sua identità naturalistica, insediativa, storica, culturale, economica e produttiva. La scelta del solare cioè non può essere disgiunta dagli altri obbiettivi generali e particolari che la Comunità si dà per lo spazio fisico in cui vive: su tale filosofia si è fondato l’intero percorso della legge popolare campana sul solare ed è la ragione vera dell’immenso consenso e della grande e sempre più crescente partecipazione che ha avuto e continua avere. Alla corretta, profonda filosofia del Nimby - not in my yard, non nel mio cortile - quando anche con il solare – e con altri impianti anche “verdi” si saccheggia un territorio per altre realtà territoriali e per altri interessi - , la legge popolare campana ha sostituito quella che possiamo chiamare la filosofia del Yimby For Us, – Yes in my yard for us; si nel mio cortile, nel mio territorio, ma per la mia Comunità e per la tutela dei suoi valori e della sua Biodiversità: I Piani Energetici Solari Comunali e le Linee guida che li regolano, ne costituiscono la ineludibile essenza del percorso istituzionale ed attuativo. Appare chiaro dalla filosofia del pensare al Sole come fonte primaria di energia come dalla moltitudine delle azioni Nimby oggi presenti nel Paese, che la filosofia della legge popolare campana è di fondamentale importanza in ogni parte del nostro Paese, e naturalmente non solo, e che occorre una grande sensibilizzazione e una grande lotta nazionale perché in ogni regione vengano approvate leggi similari a quella campana; come detto legge n.1 del 2013. Ciò è di grandissima urgenza ed importanza in una fase storica del nostro Paese, nella quale, con la invenzione di una presunta governabilità ed efficienza, si intende modificare il Titolo V della Costituzione nella direzione dell’accentramento nel governo nazionale di poteri e decisioni. Cancellando democrazia istituzionale e ruolo delle Comunità e degli Enti Locali ed isolando ed aggredendo sempre più nel nome degli “interessi generali del Paese” l’opposizione popolare locale, si dà così il via libera alla imposizione istituzionale di ogni intervento sul territorio per quanto pesante, aggressivo, distruttivo di valori possa essere, dalla costruzione di potenti impianti termoelettrici a grandi linee di trasmissione ad alta ed altissima tensione, dalle perforazioni di sacche fossili a spaventosi campi eolici, da immani parchi solari fotovoltaici a terra a centrali solari termodinamiche laddove era verde e natura. E naturalmente la promulgazione in altre regioni di leggi di programmazione sul solare come la nostra assume fondamentale importanza anche per rafforzare il concreto percorso di attuazione dei contenuti della stessa legge popolare in Campania, proprio perché, non isolata, ma in simbiosi e in sinergia con una filosofia e un percorso di carattere nazionale. La questione a un anno dalla entrata in vigore della legge, 25 febbraio 2913, sta difatti proprio quì: Da una parte il movimento attorno alla legge, alle finalità e ai principi ispiratori, alla cultura di democrazia e partecipazione che l’hanno caratterizzata sin dal primo momento della sua nascita: un movimento che cresce e si coniuga sempre di più con le realtà territoriali e con gli altri movimenti e forze sociali e culturali, che indica proposte ed obbiettivi conseguenti di eccezionale e incontrovertibile valenza. Dall’altra il tentativo del governo regionale, ma non solo, di considerare la legge un incidente di percorso da ignorare e se possibile da rinuovere per potere continuare a considerare l’Energia in generale ed il Solare nell’accezione globale di rinnovabili come importantissima fonte di potere politico, istituzionale, economico e ad agire come fatto finora, con interventi, alieni da ogni programmazione e controllo, incuranti dei valori del territorio e della Biodiversità, totalmente inutili per la crescita della ricerca, della produzione e del lavoro, spesso sperpero di danaro pubblico, clientelari e corruttori. E’ naturalmente da sperare – e certo la nostra lotta sempre più intensa e continua va in tal senso- in un rinsavimento della Regione con l’avvio del grande percorso dell’attuazione della legge, che come abbiamo detto infinite volte, è di fondamentale importanza per l’Ambiente ed il futuro della Campania: tale percorso non può non ritrovare una fondamentale direttrice nel lavoro che gratuitamente (quanto sarebbe costato al pubblico se fosse stato commissionato a esperti o a Società di consulenza? ) la Rete della Civiltà del Sole e della Biodiversità, ed altre importanti realtà associative e di movimento stanno facendo sui Piani Energetici Solari Comunali e sulle Linee Guida per la loro realizzazione, sulla identificazione, anche in quantità e superfici, delle aree di produzione solare a zero consumo di suolo non già ambientalmente compromesso, sui contenuti della Biennale del Sole e della Biodiversità e dell’attivazione di fondamentali rapporti e scambi con tutti Paesi del Mediterraneo, oltre che delle altre regioni italiane e Paesi, europei e non, sull’attuazione del vastissimo campo della creazione di ricerca produzione e lavoro, connessi alle potenzialità della legge, sulla ottimizzazione nella spesa delle risorse finanziarie, regionali, nazionali e comunitarie, sulla diffusione della cultura del rinnovabile e della preziosità delle risorse e del loro riuso. Per noi è il percorso verso La Civiltà del Sole e della Biodiversità, per le Istituzioni è il rispetto dovuto, su ogni piano, della immensa volontà popolare che ha scelto per l’Oggi ed il Futuro il cammino del Sole. Antonio D’Acunto, Presidente Rete Campana Civiltà del Sole e della Biodiversità. Napoli, 3 febbraio 2014
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