Lacco Ameno: Sbancamento con riempimento sistematico della Cava del Monaco |
LaccoNews - Cronaca | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Lunedì 22 Febbraio 2010 08:34 | |||
Lacco Ameno: Sbancamento con riempimento sistematico della Cava del Monaco Un isola nel fango:Le tragedie e la storia fatta di dolore non insegna. La cronaca di questi giorni risolleva il problema delle frane e del dissesto del territorio italiano. Ma non spaventa i “criminali” dell’ambiente. I folli che senza pensarci su più di una volta tolgono o credono di farlo il pericolo dal proprio uscio e lo mettono sulla testa degli altri. A Lacco Ameno a poco meno di 100 metri dalle rovine della prima casa di necessità abbattuta, “ignoti” stanno effettuando un escavo dalla Cava del Monaco in zona Salatino, riempita in tempi non sospetti con materiali di risulta da attività edilizia, forse dagli stessi “ignoti”. Il materiale rimosso viene con nonchalance poco sotto oltre la strada che taglia in due l’alveo della cava. Viene sversato senza considerare il pericolo a cui si espongono gli altri cittadini sulle teste di migliaia di persone ostruendo il canale di deflusso naturale. Gravemente compromesse anche le storiche fosse del Fango dove v’erano gli antichi depositi che han fatto la fortuna del paese. Forse, memori di quello che accaduto a Casamicciola non meno di due mesi fa e vedendo cosa accade in Italia, lo si fa con egoismo ed indifferenza per gli altri, lo si fa con disprezzo della vita altrui visto che per salvare la propria casa si libera il proprio uscio otturando quello di mille altri. Siamo andati sul posto per vedere se davvero fosse possibile tutto ciò e abbiamo fotografato un’assurda verità apprendendo dalla bocca di uno degli esecutori una verità ancor più grave: “Venite a fotografare adesso che stiamo lavorando noi. Ma fino a qualche giorno fa che il comune di Lacco Ameno stava qua e buttava tutta la terra giù, non venivate. Perché non andate al comune e chiedete, che venite a fare qua”. Certo se è vero ciò che afferma l’uomo, e non abbiamo motivo di dubitarne, siamo davvero dinanzi all’incoscienza ed al governo della cosa pubblica non a tutela della pubblica e privata incolumità e salute, ma nella sistematica ed organizzata distruzione della stessa. Evidentemente le tragedie di questi tempi son viste come utile e comoda passerella elettorale, come succulenta e ghiotta prospettiva di appalti e guadagni! Di questi tempi davvero tutto è possibile! Forse sarebbe il caso che qualcuno accendesse il cervello per capire che se l’alveo è tutto otturato, e già sotto l’adduzione con la Borbonica è occupata da manufatti, l’acqua che scorre non passa. Ed allora? Allora rischiamo una nuova Casamicciola,se tutto va ben, forse si ha ancora bisogno di provare…per credere. SPERIAMO CHE UN PO’ DI DATI SERVANO AD APRIRE UNO SPIRAGLIO DI SALVEZZA Sono circa 470mila i fenomeni franosi registrati in Italia negli ultimi 50 anni, per un totale di circa 20mila kmq, pari al 6,6% dell'intero territorio nazionale. Il dissesto colpisce quasi il 70% dei comuni: 5.596 su un totale di 8.101. Sono gli ultimi dati disponibili sul fenomeno frane contenuti nel Rapporto sulle frane in Italia, (ex Apat, ora Istituto superiore per la protezione dell'ambiente). Ma uno dei dati più significativi è quello diffuso dal Wwf e che riguarda una delle regioni più colpite, la Calabria, dove in una settimana sono state registrate 200 frane. Questi i numeri che fotografano una vera emergenza nazionale: - Numeri: 470 mila frane in 50 anni; 70% comuni colpiti da dissesto pari a 5.596 comuni su un totale di 8.101; 20.000 Km2 pari al 6,6% dell'intero territorio nazionale; - Aree più colpite: le province con più elevato indice di franosità, ovvero il rapporto fra l'area in frana e il territorio totale, in Italia sono Sondrio, Lecco, Chieti, Pesaro e Urbino, Ancona; - Pericolo: le frane statisticamente, rappresentano dopo i terremoti, le calamità naturali che causano il maggior numero di vittime e danni a centri abitati, infrastrutture, beni ambientali, storici e culturali. Quelle che si muovono più velocemente, come i crolli e le colate rapide di fango e detriti, oltre a quelle che coinvolgono ingenti volumi di roccia o terreno, causano i danni più ingenti; - Eventi più gravi: dal secondo dopoguerra ad oggi gli eventi che hanno causato più danni sono stati la crisi idrogeologica nel Salernitano dell'ottobre del 1954, la catastrofe del Vajont dell'ottobre del 1963 e la frana in Val di Stava del luglio del 1985, rispettivamente con 297, 1917 e 269 morti; le colate rapide del 5 maggio del 1998 a Sarno, Quindici, Bracigliano, Siano e a S.Felice a Cancello con 153 morti. Complessivamente le vittime di eventi franosi sono stati più di 2.500 in mezzo secolo: una media superiore ai 4 morti al mese. - Edifici a rischio: secondo uno studio Legambiente-Protezione Civile svolto su 550 comuni tra quelli classificati a "elevato rischio idrogeologico", in 9 comuni su dieci ci sono abitazioni costruite in aree a rischio (ma in Campania e Calabria si raggiunge il 100%) mentre in 5 su dieci sono in zone pericolose anche gli insediamenti industriali.
|
|||
Ultimo aggiornamento Lunedì 01 Ottobre 2012 20:59 |