Commento Foriano, di Pepe D'Ambra

Sorridi alla vita che la vita sorriderà a te

COMUNE UNICO
Quando si da inizio ad una seria informazione
Sono molte le sollecitazioni che mi vengono fatte affinché esprima il mio parere su questo argomento che a breve interesserà tutta la collettività isolana.

Finalmente, al di la di qualsiasi valutazione personale, sapremo cosa vorrà la maggioranza degli isolani. Cosa non sa la stragrande parte della popolazione, almeno fino ad oggi, è come sarà amministrata se passerà la linea del Comune Unico. Sì perché credo che nessuno abbia ancora capito, al di la dei facili e strumentali campanilismi o degli slogan dell’una e l’altra parte, l’importanza di far conoscere al popolo quale sarà il suo destino se vince il Si. Non credo che basti dire che una unica amministrazione sia la panacea di tutti i mali della nostra collettività isolana, come non credo che basti tale semplificazione sic et simpliciter. Quello che mi lascia perplesso e preoccupato è il silenzio che almeno io noto di Antonio Barile, uno dei pionieri dell’idea del Comune Unico, persona dabbene che ha speso non poco del suo tempo nel propagandare la sua idea e con il quale abbiamo avuto in passato non pochi scambi di opinione. Credo che Antonio Barile debba al più presto ridiscendere in campo e dar vita al Comitato isolano per il Si al Comune Unico, non tanto per controbattere il comitato per il No, ma per una corretta e dovuta informazione su come cambierà la vita politica amministrativa della nostra isola se a vincere saranno i SI. La gente comune abituata (male secondo me), a trovare risposte immediate alle sue quotidiane piccole problematiche è terrorizzata dal fatto di non sapere, una volta che ci sarà il comune unico, a chi rivolgersi anche per la sostituzione di una lampadina pubblica nella strada di casa sua. E questo anche se può sembrare una stronzata, vi garantisco che non lo è, infatti nel mio stare spesso a contatto con la gente è una delle più comuni preoccupazione della gente. La quale troppo abituata a ricevere risposte dall’amico o vicino di casa eletto che continua a scambiare i diritti della gente come favori che lui fa; quindi è questo uno degli ostacoli che bisogna superare da parte di coloro che sono per il Comune Unico. Al di la delle tante chiacchiere che verranno spese durante la campagna referendaria sulla storia, sulla cultura e sulle tradizioni locali il vero ostacolo culturale non è per queste cose, ma per l’abitudine comodissima che consente alla gente di ottenere anche una semplice carta di identità grazie all’interessamento dell’amico che si porterà preso gli uffici comunali e grazie alla complicità di qualche dipendente pubblico amico gli farà avere il favore fino a casa. Questo è solo uno dei temi del dibattito aperto con l’amico Barile anche sulle pagine di questo quotidiano e della mia richiesta di partire già da allora con una minuziosa campagna di informazione che iniziasse dalle scuole per finire sulle panchine e sui marciapiedi della nostra isola. Dal 1986 anno in cui l’ass. regionale Enzo Mazzella, presentò il primo progetto regionale per l’istituzione del Comune Unico, con tutta onestà bisogna dire che davvero poco è stato fatto per inculcare nella popolazione isolana l’idea del Comune Unico. Nell’86 il sottoscritto pur essendo anni luce distante dal modo di fare politica di Enzo Mazzella, ebbe un incontro nella sala consiliare del Consiglio Regionale che allora si teneva nella sala del Maschio Angioino, durante il quale fece presente di essere entusiasta del Comune Unico sulla nostra isola e di esser pronto ad impegnarsi per portare avanti quell’idea; cosa che ho ribadito anni dopo all’amico Antonio Barile, sottolineando anche a lui l’importanza dell’informazione capillare di che cosa sarebbe stata la nostra isola con una unica rappresentanza pubblica. Ancora oggi e a pochissime settimane dallo svolgimento del referendum di tutto si parla fuorché di fare informazione seria su questa cosa. Credo quindi che al di là delle ragioni a vincere sarà, ancora una volta, il populismo e chi saprà garantire i soliti favoritismi al popolo. Non mi resta che ribadire l’invito all’amico Antonio Barile, che tanto ha fatto per quest’idea, a ridiscendere in campo e a cercare di recuperare tutto il tempo perduto, io sarò al suo fianco.

LEONARDO GUARRACINO
È il classico esempio di una rarità che si trova tutt’oggi nell’impiego pubblico. Una persona molto umile sempre disponibile per risolvere qualunque problema ai cittadini che a lui si rivolgono. Non è un complimento di routine è solo una semplice constatazione fatta da un suo ex collega, il sottoscritto, in pensione da appena un mese. Non vi nascondo che sono scappato, dal mio lavoro, non appena possibile, anche perché praticamente divenuto molto faticoso, proprio a causa della stragrande maggioranza di colleghi che pur pagati per risolvere i problemi della gente, fanno di tutto per crearne di nuovi. Sì perché spesso il dipendente pubblico dimentica i motivi per cui viene pagato e si presta più a fare “piaceri” al politico amico che ha svolgere onestamente il suo ruolo e lavoro. Per questi motivi questa mattina mi va, sicuro di far contenti tantissimi foriani che hanno a che fare Con il buon Leonardo Guarracino, di fare un encomio pubblico ad uno degli ultimi esemplari di dipendente pubblico che fa il suo lavoro con serietà e rispetto dei cittadini. Grazie caro amico della gente semplice e comune!