Francesca Di Leva dalla passerella di Miss Ischia al piccolo schermo L’eclettica studentessa-pasticciera casamicciolese sarà protagonista di una miniserie trasmessa su Canale 5 il prossimo marzo. Sarà allieva difficile nel film per la Tv «Il professore», con Castellitto e Luisa Ranieri. Napoli, Castellitto è «Il professore». Salverà i ragazzi del rione Sanità? L'operazione del «maestro di strada» riesce, prende per mano la classe e la conduce al diploma di terza media. Ma ecco che riemerge il passato di Pietro il prof, il mistero della sua vita, che ha segnato la sua esistenza e il suo cuore.
È questa la sintesi di un lavoro grande, basato sulla realtà, su fatti e circostanze concrete che renderà a una platea grande, il genio, le difficoltà e la forza di Napoli e della sua gente. Si è girato nella città partenopea, perché è a Napoli il problema e non a Todi, ha spiegato Castelletto in un intervista e forse qui ad Ischia a poche miglia marine di distanze questa realtà ci appare lontana volte non ci appare affatto. C’è Daviduccio, 16 anni, spacciatore di droga nel rione Sanità, nella fiction di Zaccaro. Che forse, recitando, da una spiegazione sulla scelta di tanti giovanissimi di iniziare una carriera nei clan o nel mondo dello spaccio. «È più facile fare i soldi con la droga: altro che un posto di lavoro». Dura la vita anche di Martina, 17 anni, nella realtà studentessa in lingue. «Nella fiction è una ragazza che, praticamente non ha una famiglia ma che sogna di scrivere un romanzo». Ma c’è anche e soprattutto la nostra Francesca di Leva che dalle passerelle di Miss Ischia, passando per i cataloghi e rotocalchi di moda ora approda al cinema movendo così i primi significativi passi in una cammino fortemente voluto, praticamente, da sempre. Da quAndo ha cominciato a gironzolare tra i piedi di mamma e papà nella pasticceria di famiglia. Da quando ha cominciato ad intrattenere con le sue pubbliche relazioni i clienti, da quando ha scelto di partecipare ai concorsi, ai provini alle selezioni. Da quando l’esperienza con il pubblico delle passerelle l’ha entusiasmata facendole capire che è nello spettacolo il suo futuro…senza dimenticare però la scuola e la famiglia. Dunque Sergio Castellitto a Napoli fa "il professore" e “Checca” fa l’allieva. La fiction in due puntate andrà in onda in primavera su Canale 5. A Napoli dove è interamente ambientata la storia che si è girata nelle scorse settimane Castellitto lavora insieme alla bellissima attrice napoletana Luisa Ranieri. Con loro lavorano oltre al cast otto ragazzini tra i 14 e i 17 anni, reclutati dal regista Maurizio Zaccaro per le strade del Pallonetto, di Scampia e Ponticelli, principalmente e poi tra i volti e le menti più accattivanti della provincia, di Ischia. "Il professore": narrerà la storia di personaggi che a Napoli esistono veramente e Francesca sarà una delle interpreti più ricercate. L’INTERVISTA La testa dura non le manca di certo. Ma neanche la grinta, la passione e la forza di volontà. Lei a Napoli non c’è vissuta e la storia, le storie, i racconti recitati di pezzi di vita vera, vita vissuta l’hanno presa davvero, portandola sul punto di piangere seriamente quando l’animo di Napoli e della sua gente è venuta fuori attraverso le scene di una fiction che registrandola come una delle protagoniste la fa sentire parte di una città che vive e palpita forse come nessun altra al mondo. Come sei riuscita ad entrare nel cast Francesca? «Con una foto scattata a Cava dell’Isola da Vincenzo Dirozzi che gira un Posto al sole. Dopo ho partecipato ad una selezione e l sono stata scritturata per la miniserie. E pensare che non volevo fare quella foto. Tutti i miei amici erano entusiasti, si sono precipitati a me invece non andava, poi mi hanno convinta e alla fine hanno preso me. In verità c’è anche Umberto, napoletano trapiantato ad Ischia nel quartiere San Ciro che fa la parte del pugile nella serie, quindi di ischitano c’è abbastanza nella fiction» Qual è il tuo ruolo? «Sono una alunna della classe C. in una scena in particolare io sto fumando in classe il prof. “Castelletto” si avvicina per spiegarmi il perché non si debba fumare e poi tutto il resto. D’altronde è una serie che parla di ragazzi difficili che vengono aiutati per far si che vengano reintegrati». E quando si parla di reintegrarsi Francesca ne sa qualcosa visto che ha lasciato la scuola per cambiare istituto dopo i rapporti difficili e le umiliazioni subite ad opera di una professoressa che minacciava di non farle fare la maturità. Ti è piaciuto lavorare con questi grandi artisti? «Sicuro! Il mio sogno è diventare un regista. Stare a contatto con personaggi del calibro di Castelletto, Luisa Ranieri, Pietra Montecorvino ed il simpaticissimo Ferreri, per capirci l’Ingargiola di Distretto di Polizia, è stato meraviglioso. La pratica dopo lo studio credo sia fondamentale per entrare in un mondo tanto bello quanto difficile ». Cosa ti ha colpito di più del carattere di questi “Grandi nomi ” del cinema italiano? «La professionalità e la bravura. Castelletto, sembra molto ombroso, severo poi invece si è dimostrato simpaticissimo e disponibile… come attore è bravissimo. La persona più alla mano, capace di essere più a suo agi con noi ragazzi è stata Pietra Montecorvino, mentre il più simpatico è Gianni Ferreri» Cosa ti è rimasto di questa esperienza oltre all’emozione di aver girato la tua prima parte d’attrice, ovvero dall’altra parte della telecamera? «L’entusiasmo e la voglia di far bene in questo mondo e soprattutto la speranza che questo film sia il primo di una lunga serie. Non vedo l’ora di partire con il prossimo CIAK». Ritornando ai tuoi primissimi passi, Miss Ischia quanto ti ha aiutato? «Molto! È stato il trampolino di lancio per approdare al mondo della moda e dello spettacolo. Dopo la sfilata ho fatto un book fotografico per “Capellissimi” ed altre sfilate e cataloghi di moda. Ad esempio la serata per la ragazza più bella del Mondo a Mergellina. Insomma è stato un modo per cominciare e capire cosa fare da grandi» Vuoi fare una dedica particolare a questo tuo piccolo primo successo cinematografico? « Certamente ai miei genitori, mia madre che mi ha sempre spronato e sostenuto nelle mie scelte e ad i miei fratelli…insomma tutti coloro che mi vogliono bene e un po’ mi sopportano». Insomma cosa altro dire per la nostra Francesca se non riportare il commento a caldo dell’attrice protagonista Luisa Ranieri: « I giovanissimi attori della Fiction sono presi dalla strada, sono stati fatti migliaia di provini. E devo dire che i ragazzi scelti sono veri talenti, alcuni di loro potrebbero andare avanti a recitare». E come dice Francesca guardate il Film vi resterà nel cuore e non potrete dimenticarlo…tanto è che già si parla di un seguito. LA STORIA La storia è questa: Piero è un professore di frontiera che amerebbe occuparsi del recupero di ragazzi emarginati. Ma a questa attività si è sempre avvicinato con una strana ritrosia, difficile da capire. Succede che la coordinatrice della scuola subisce un'aggressione per salvare una sua alunna dalla prostituzione. A questo punto il professore, chiamata a sostituire la donna, viene pienamente coinvolto dalla scuola e trascinato in mille storie ora difficili, ora drammatiche, tutte molto vere. Quando tutto sembra avviarsi per il meglio, dal passato del professore riaffiora il mistero della sua vita, un avvenimento tragico che lo ha profondamente segnato. LA FICTION ITALIA E LE SUE STAGIONI SECONDO GLI ESPERTIQuesta fiction è troppo «centromeridionalizzata»Dal napoletano di «Assunta Spina» e di «Capri» al romanesco dei «Cesaroni» e «Distretto di polizia»: la tv è sempre più sudista. Ma i «lumbard» sono tranquilli. Perché in cantiere ci sono produzioni che parlano «come Bossi comanda». Passeggiano all'ombra d'o Vesuvio o sotto er Cupolone. Si innamorano nella piazzetta di Capri, sorseggiano un caffè alla Garbatella. È qui, in luoghi popolari dove si parla in dialetto, che si muovono i protagonisti delle ultime fiction mentre rincorrono amori, successi, passioni e soldi. La tv che parla romano e napoletano fa il pieno di ascolti. I dati: una storia partenopea come Assunta Spina, tratta dal dramma di Salvatore Di Giacomo, ha rastrellato 8 milioni di spettatori su Raiuno. Le prime 10 puntate dei Cesaroni, su Canale 5, hanno superato il 22 per cento di share. Anche la serie Capri, iniziata a metà ottobre su Raiuno, si è assestata sul 25 per cento. A concedersi al dialetto partenopeo, per Canale 5, anche Sergio Castellitto, protagonista del film tv 'O professore, mentre Sabrina Ferilli e Claudio Bisio si trasformeranno in imbranati Bonnie & Clide della Costiera amalfitana. La fiction vincente si sta allora spostando al Sud? «È la passionalità dei personaggi ad affascinare il pubblico. Io sono milanese, ma estroversa come i napoletani, adoro la loro città e sogno di sposarne uno» si sbilancia Gabriella Pession, protagonista di Capri.La pensa diversamente un'icona della comicità romanesca come Christian De Sica, protagonista della serie Lo zio d'America (Raiuno). «Sono le storie raccontate» sostiene «a determinare l'interesse della gente. E quella del Centro-Sud è più sensibile alle vicende d'amore». E da un po' di tempo la Mediaset sta rincorrendo e conquistando il pubblico della fiction Rai, tradizionalmente centromeridionale. La tv commerciale, punto di riferimento per il «profondo Nord», in nome dell'audience ha oltrepassato la Linea gotica. Dopo i borbottii in romanesco dell'ispettore Mauro Belli (Ricky Memphis) nel Distretto di polizia, i romani Claudio Amendola, Antonello Fassari e Maurizio Mattioli, ovvero I Cesaroni, stanno sbancando l'Auditel nel Centro (27,8 per cento di share) e nel Sud (26,1). Al Nord si difendono con il 16,6. «La fiction dialettale è la prosecuzione ideale per il pubblico dei "Grandi fratelli" ed è fatta a uso e consumo delle casalinghe che si appassionano all'Isola dei famosi» va giù duro Domenico De Masi, professore di sociologia del lavoro dell'Università La Sapienza di Roma. «Con il degrado della cultura tv aumenta l'uso dei dialetti».
Differente, ovvio, il punto di vista dei vertici della fiction Mediaset. Francesco Pincelli puntualizza: «Noi, in genere, puntiamo a rappresentare l'Italia attraverso due realtà, quella settentrionale con Milano e quella centromeridionale con Roma o Napoli, ma cerchiamo di alternare le ambientazioni». Nell'annunciare per gennaio 2007 le riprese della seconda serie de I Cesaroni, Pincelli riconosce che il Sud, grazie agli interpreti, ha qualcosa di più esotico.
Ma c'è anche chi ha tentato di prendere le distanze dalla «centromeridionalizzazione» della fiction. Come il regista torinese Riccardo Donna: «Il fenomeno era già presente nel cinema: romani e napoletani la facevano da padroni. Con serie come Nebbie e delitti, ambientate nel Nord-Est, ho voluto mostrare che noi settentrionali non sventoliamo a tutti i costi la bandiera della provenienza. Ma anch'io, alla fine, ho ceduto. Dirigerò la lunga serie Raccontami, a dicembre su Raiuno, ambientata nel quartiere del Testaccio. Protagonisti, il laziale Massimo Ghini e la pugliese Lunetta Savino».
Anche la Puglia e la Calabria sono presenti nel racconto tv, con Il giudice Mastrangelo di Canale 5 con Diego Abatantuono e Gente di mare, di Raiuno. Convinta della sottorappresentazione del Nord è anche Milly Buonanno, responsabile dell'Osservatorio sulla fiction italiana e professore all'Università di Firenze. «Il romanesco e il napoletano sono i più familiari e facili da imitare. Ma spero di poter risentire l'italiano: la tv che ha riunito 50 anni fa il linguaggio dei nostri padri adesso lo sta differenziando». Non tema però, il pubblico del Nord. La Raifiction ha pronto un nutrito pacchetto di progetti a lunga serialità tra Milano e Torino, come la nuova soap opera Rossella, le sit-com Andata e ritorno, Ospedale centrale e La stagione dei delitti. «Dopo un passato di fiction romanocentrico, condizionato dall'esigenza di limitare investimenti economici, puntiamo all'attenzione del pubblico del Nord, soprattutto di quello più moderno della Lombardia» dice Agostino Saccà, responsabile della Raifiction. Nell'attesa i dialetti impazzano. Ne è convinto Mario Morcellini, preside della facoltà di scienze della comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma, che conclude: «Siamo arrivati a una specie di fiction all'amatriciana con la declinazione in romanesco, ma anche in napoletano, di intere serie tv e con i conseguenti stereotipi di vari personaggi».L'ultima puntata della prima serie di "Capri", in onda su Rai Uno, è stata, ancora una volta, la trasmissione più seguita (7.889.000 spettatori, per uno share di 29,36%, con punte del 37%). E' avvenuto per quasi tutte le altre undici puntate della serie. Un successo che è andato ben oltre le previsioni degli addetti ai lavori. Soddisfatte le autorità. «Vorrei ricordare che questa fiction doveva essere girata a Cipro», sottolinea Bassolino, « solo grazie all'intervento della Film Commission Campania e alle risorse da noi messe a disposizione, siamo riusciti a fare in modo che la produzione approdasse a Capri. Abbiamo investito 600 mila euro a fronte di una spesa sul territorio sostenuta da parte Rizzoli Audiovisivi di oltre 6 milioni di euro, che, con 36 settimane di lavorazione, hanno generato un indotto almeno equivalente, interessando, oltre a Capri, Anacapri e Vietri sul mare, i Comuni di Amalfi, Conca dei Marini, Salerno, Pontecagnano, Sorrento, Massalubrense, Sant'Agnello, Piano di Sorrento e Vico Equense. Luoghi che beneficeranno delle iniziative di promozione dedicate che la Film Commission realizzerà nei prossimi mesi. Per la nostra Regione è stato un investimento produttivo importante, anche per offrire a milioni di persone - in Italia e sui mercati esteri - la possibilità di assaporare atmosfere e paesaggi dell'isola azzurra e della Costiera, venendo a contatto con quella bellezza dei nostri territori che difficilmente trova spazio nelle rappresentazioni della nostra realtà offerte dai media. Mi auguro che anche questa fiction invogli tante persone a visitare questo straordinario set naturale che è la Campania». Secondo il Governatore Bassolino, il sostegno alla realizzazione di "Capri" si inserisce in una strategia che fa della Campania una location di riferimento per le produzioni audiovisive di qualità. I primi tentativi risalgono a tanti anni fa, quando cominciammo a collaborare con la Rai per "Un posto al sole" e per "La squadra". Nei mesi scorsi, dopo le lavorazioni di "Capri", la Campania ha ospitato le riprese del film per la TV "Assunta Spina", interamente girato a Napoli e Salerno e andato in onda su Rai Uno in prima serata con ottimi risultati di ascolto. E ora sono in fase di realizzazione altri tre film per la TV, destinati alla programmazione in prima serata su reti Rai e Mediaset: "Il Professore", per la regia di Maurizio Zaccaro con Sergio Castellitto e Luisa Ranieri, interamente realizzato a Napoli, "Giuseppe Moscati - Il medico dei poveri", per la regia di Giacomo Campiotti con Beppe Fiorello, e "Nino", per la regia di Franco Amurri con Sabrina Ferilli e Claudio Bisio (tutti progetti che avrebbero potuto essere ambientati in studio o in altre località). Dopo questi riscontri così positivi, Rizzoli e Rai hanno manifestato il loro interesse alla produzione di una seconda serie. Noi siamo pronti a fare nuovamente la nostra parte.
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