M/N Ischia Addio ! |
CasamicciolaNews - Trasporti | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Sabato 07 Luglio 2007 20:00 | |||
M/N Ischia Addio ! La Medmar manda in pensione dopo 27 anni lo storico traghetto che apri le rotte commerciali del porto di Casmicciola. Già rimpiazzato sulla linea da qualche giorno, l’imbarcazione nella tarda mattinata di giovedì ha effettuato il suo ultimo viaggio verso il disarmo. Commozione e tristezza per quanti avevano assistito negli anni ’70 alla sua partenza inaugurale. Giusto coronamento di una storia lunga ed intensa sarebbe potuto essere l’inabissamento a largo dell’Isola. La nave traghetto così destinata ai nostri fondali si sarebbe trasformato in habitat sottomarino ideale per molte specie marine che popolano i fondali a largo della costa ischitana, meta ambita del turismo subacqueo. È strana la vita, quasi sempre apprezziamo le cose quando orami ci rendiamo conto di non poterle più avere. Così accade nella routine quotidiana, nelle cose che gravitano attorno al nostro universo isolano, nei servizi di trasporto e soprattutto nei servizi che investono l’universo mare. In questo caso particolare in particolari congiunture ci sorprendiamo a rimpiangere cose che fino a qualche minuto prima ritenevamo vetuste, inadeguate ed obsolete, carrette del mare in gergo, eppure sicure ed affidabili, solide ed imponenti, rassicuranti come il volto di una mamma per quanti vivono e sentono il amare in maniera viscerale ed oserei dire quasi personaleA tal proposito osservando l’ultimo viaggio verso il disarmo dell’Ischia, il fischio lungo, il saluto delle altre navi, la precedenza a dritta, il cambio di rotta e così via, emerge l’esistenza di protocolli e procedure che caratterizzano i mestieri del mare, dell’aria, l’esercito, cose che rendono questo mondo dignitoso, unico, polo d’attrazione per la gente comune e che rimanda a fatti e circostanze d’altri tempi. Quando nel 1974, l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon, si dimise dai vertici della Casa Bianca, una delle circostanze più singolari, fu che le stesse furono presentate ad alta quota, a bordo di una vera e propria fortezza volante: l’aereo presidenziale americano, il celeberrimo Air Force One. Il velivolo, decollato quaranta minuti prima dall’aeroporto di “Dulles Washington”, con la AFO, visto il peso e l’autorevolezza del passeggero che a bordo si trovava nell’espletamento delle sue funzioni di Presidente USA. Persa quest’ultima proprio in volo, nella fase di atterraggio all’aeroporto di New York JFK l’Air Force One divenne Boeing 707 codice IAD nel rispetto rigido e rigoroso dei codici e delle norme militari. Cosi analogamente la motonave Ischia dopo 27 anni di servizio commerciale da e per Casamicciola Terme, nella tarda mattinata di giovedì quando ha definitivamente lasciato la cittadina termale con destinazione il disarmo, attraversando l’allineamento d’uscita del secondo scalo isolano, ha dovuto percorrere una rotta diversa da quelle che regolarmente percorreva come unità navale di linea. Per intenderci non ha preso la navigazione seguendo la direzione del cosi detto canale di Procida, ma si è dovuta allontanare dall’isola d’Ischia facendo prora per il secondo quadrante quasi a testimoniare la perdita della sua oramai storica funzione. Non sono mancati momenti di autentica commozione, per coloro i quali ancora la ricordavano nel giorno del suo arrivo. Da quel giorno in cui proveniente dall’arcipelago toscano con alle spalle un servizio iniziato nel 1925 quale baluardo di sicurezza e tenuta del mare, la stessa, per convenzione d’acquisto, ha esercitato il proprio servizio su Casamicciola Terme divenendo quasi il simbolo dello sviluppo commerciale a cui stava andando incontro lo scalo. L’Ischia non svolse operazioni commerciali su Ischia Porto, solo perché i suoi precedenti armatori, erano titolari di incentivi economici governativi e per questo quali strategie di marketing non vendevano l’unità di navigazione su orti concorrenziali agli stessi incentivi, nella fattispecie la CAREMAR. Da oggi, con il nostro modo tutto isolano di affezionarci al mare e alle sue cose, per questo strano senso di attaccamento alle radici ed gli emblemi che ne fanno parte, ci sentiamo tutti un po’ più tristi. Dico forse perché, non tutti hanno trascorsi da pendolari o viaggiatori quotidiani, perché non tutti tornando, magari, da lunghi viaggi autostradali, appena lasciato lo svincolo di Via Campana a Pozzuoli, si affacciavano sul porto puteolano guardano verso gli ormeggi per capire quale Traghetto avrebbe effettuato il viaggio e magari vedendo l’Ischia quasi rincuorati pensavamo:« meno male c’è l’Ischia è sicuro che andiamo a casa». Quasi un canto del cigno dunque quello di giovedì mattino 5 luglio 2007, quando per l’ultima volta con i consueti tre fischi di saluto ci ha lasciato, pretendendo la dovuta precedenza dalla motonave che l’ha sostituita nel suo esercizio commerciale, ma qualcuno dalla sua poppa gridava a squarcia gola, non preoccupatevi, noi abbiamo fede, e nei libri di fede c’è scritto che Lazzaro resuscitò… chissà! Ovviamente questa è solo la speranza degli inguaribili romantici che ad ogni piccolo dettaglio legano un pezzo della propria vita anche se questo notoriamente è per tutti una carretta del mare vetusta ed inadeguata per una isola turistica come la nostra… eppure era la nostra carretta, scassata e rattoppata che anche con il mare forza nove ed il carico inclinato ci ha riportato per 27 anni suonati al sicuro della nostra casa. Ad accompagnarla in quest’ultimo viaggio un noto Capitano casamicciolese, fra i pochissimi nel naviglio del golfo ad avere il titolo di CSLC (Capitano Superiore di Lungo Corso) unico ad aver avuto comando di navi anche in acque oceaniche, forse scarsamente valorizzato in relazione alla sua professionalità, ma stimato ed apprezzato dagli addetti ai lavori, con un palmares di tutto rispetto ed un curriculum che vanta il primato di non aver mai causato un centesimo di danno agli armatori per cui egli ha prestato servizio. Certo la M/N Ischia sarebbe potuta essere destinata ai nostri fondali piuttosto che alla rottamazione, magari divenendo meta del turismo subacqueo che tanto successo riscuote in altre località. In questa maniera avrebbe continuato la sua “ epopea isolana” rimanendo saldamente ancorata alle nostre radici e alla nostra memoria. Infatti svuotata degli elementi ed agenti inquinanti sarebbe di sicuro divenuta l’habitat suggestivo di centinai di specie marine tipiche dei nostri fondali. Il mito inafferrabile di un’isola che va verso il boom dei trasporti marittimi se ne va. Come sabbia tra le dita, il delirio per il simbolo di un epoca che va verso la demolizione è un attimo di sentita commozione è tristezza che prende dentro, provare a spiegarlo è masticare aria. La nostalgia non basta a chiarire l'innamoramento anche di generazioni che non hanno vissuto gli anni in cui sinuosa solcava i mari Con il suo Design e la policromia glamour, gli interni rifinitissimi rievocati dai ricordi dei giovani dell’epoca, tutto questo non basta a spiegare una fascinazione magica, che sembra incanto per un simbolo ambiguo e sfuggente, il cui spettro semantico assume sfuocati contorni onirici. Non un oggetto, ma piuttosto un segno aperto a infinite interpretazioni, in una deriva di immagini, ricordi e suggestioni che è impossibile circoscrivere, ma sufficienti a generare tensione della fantasia, orgasmo dell'immaginazione. Ingenuo cercare sbilenche spiegazioni. Si tratta di un culto che vive questi oggetti in bilico tra passato e futuro non per le loro funzioni pratiche ma per il vago alone glamour che li avvolge, per la raffinata e ammaliante attrazione che esercitano, perchè alludono senza dire, seducono senza concedersi del tutto. Non c’è una regola l’ultima partenza dell’Ischia da Casamicciola è stato un gancio vuoto a cui ciascuno, assistendo ai suggestivi fischi di tromba, ha appeso le sue emozioni, un mistero ineffabile di cui la nave è l'indizio, lo spunto di partenza, ma le cui radici stanno nel nostro sguardo e nel fondo oscuro dei miti che abitano il nostro immaginario.
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Ultimo aggiornamento Martedì 19 Maggio 2009 08:09 |