Pensionato un parroco se ne fa un altro |
CasamicciolaNews - Religione | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Giovedì 08 Ottobre 2009 09:20 | |||
Pensionato un parroco se ne fa un altro Fuori dal cilindro politico la terna di papabili sull’altare della Maddalena. Cioffi, paladino del gregge, pretende così che si imponga al Vescovo la scelta popolare dei fedeli. Applausi a scena aperta. In una Casamicciola che in molti credevano scossa per aver perso in meno di un mese ben due “fari” del mondo religioso locale con il prepensionamento anticipato di Avallone e i temporanei problemi di salute di Don Pasqualino Castagna, si è archiviata altrettanto velocemente la pratica avvicendamenti, surroghe e sostituzioni con la comunità che augura “ogni bene al pensionato contadino Vincenzo e la pronta guarigione a Pasqualino”…sintesi della parola di Cioffi. Così pensionato un parroco se ne fa un altro e a chi credeva in una specie di rivolta popolare per riportare con il melone Don Avallone a Casamicciola si è presentata l’immagine di un gregge scaltro e determinato che tra le fila di Focolarini, Opus Dei ed indipendenti ha scelto gli esponenti della seconda, archiviando in men che non si dica la pratica Don Vincenzo. Senza alcun accenno o richiesta per un suo rientro spopola la raccolta di firme pro Gino. 1050 adesioni in tre giorni per il giovane Ballirano che in consiglio scatenano un putiferio. Con un Cioffi, paladino del gregge, a sciorinare citazioni, laiche, motti nazional popolari e frasi ad effetto stile comizio pre elettorale. Così al grido di “Andiamo al voto!”, tra un pioggia scrosciante di applausi, il coriaceo consigliere (casualmente grande amico di Giosy Ferrandino voluto dai più tra le schiere dei più ferventi membri dell’opus) pretende che si imponga al Vescovo la scelta popolare dei fedeli. Continuano le grida di giubilo, gli applausi a scena aperta e le richieste marcate e rabbiose dei fedeli che chiedono a gran voce che la parola di Cioffi sia Vangelo e che in Diocesi solo un nome sia fatto: Don Gino! Non è bastata la spiegazione di Salvatore Sirabella che chiedeva arguzia e capacità di azione nella pratica, perché, essere uomini, al contrario di quel che si crede : «non è essere iscritti all’anagrafe al sesso maschile, ma è mostrare gli attributi al momento opportuno!». C‘è voluto,allora, il bello ed il buono, per riportare la ratio, in un consiglio comunale sui generis, dove forte era il timore che qualcuno all’improvviso si calasse i pantaloni dinanzi ad un palco stracolmo di spettatori in trepidazioni e con i membri della seduta, evidentemente sottopressione e non avvezzi alla presenza del pubblico. Così ogni assessore, ogni consigliere è stato non impegnato, bensì impegnatissimo a far comprendere che conservare il diritto di patronato, rispettando il protocollo della terna che lascia una certa discrezionalità alla Chiesa, mitigando questa sorta d’imposizione, era un dovere d’amministratori prima che di appartenenti ad un certo sistema. Placati gli animi, accolte le varie proposte, ascoltati anche i firmatari della petizione si è stabilito i procedere con la nomina della terna alla quale avrebbero fatto seguito allegati delle varie dichiarazioni rese. Il consiglio, con assenti l’Ingegnere Conte, Valeria De Siano, si è così espresso nello scrutino con votazione segreta: 14 voti a favore di Don Gino Ballirano , 10 di Don Filippo Caputo e 10 di Don Antonio Angiolino. Redatta in fine la delibera, dichiarata immediatamente eseguibile, bisogna ora attendere il decorso della pratica. Solo Venerdì si saprà se il Vescovo avrà accettato o meno le indicazioni per poi sciogliere successivamente la riserva sulla nomina che dovrebbe avvenire in Novembre.Incredibile, ma vero l’intero consiglio comunale, una volta riappropriatosi, grazie alla strategia di un cittadino dello, jus patronatus, già detenuto sull’antica parrocchia crollata nel terribile terremoto del 1883, era schierato per una stessa causa. Forse però neppure loro lo sapevano! Ne è nata così una vera e propria competizione fra Focolarini e membri dell’Opus Dei, dove tutti alla fine si sono scoperti a sostenere le stesse posizioni, quella della nomina a successore del parroco Avallone: il parroco buono che non ha raccolto neppure una richiesta di ritorno al contrario di chi in fretta e furia ne ha ricevute più di mille, eppure molti firmatari si chiedevano se quella era la petizione di Don Vincenzo, commentando che se Don Gino era l’optimum certo Don Nicolella anche era bravo… ma i molti solerti propositori della raccolta hanno preferito agire con la neve in tasca piuttosto che ascoltare con le ragioni del cuore e della fede quella vera che ci spinge a dire che solo Dio vede e provvede e che forse in fondo aveva gettato nello sconforto Don Vincenzo che tanto ci aveva dato e nulla, di concreto, ha ricevuto. Solo il Sindaco D’Ambrosio ricordando una recente pubblicazione dell’ex parroco Avallone, indirettamente metteva il dito nella piaga, ricordando che anche il Morgera si era allontanato dalla sua Parrocchia ma il richiamo forte e chiaro ella sua terra l’aveva riportato. In conclusione in una tre ore di dibattito serrato e tenutosi a voce alta e quasi sempre in piedi si è assistito al più folcloristico dei consigli comunali degli ultimi quindici anni, con tanto di pubblico soprattutto donne quali agguerrite protagoniste. Un’ onda battagliera ha travolto la consulta riunitasi in un civico consesso appositamente convocato, per espletare il Diritto di Patronato e precisamente di presentazione sulla chiesa madre di Santa Maria Maddalena. Una bagarre incontenibile dipanatasi tra il sacro ed il profano che ha trascinato il consiglio in una tragicomica ed infocata discussione sulla terna nominale da indicare alla Curia vescovile di Ischia e la cui espressione sicuramente o quasi non sarà tenuta da conto.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 08 Ottobre 2009 09:33 |