«La Tarsu ci portera' al fallimento A !» |
CasamicciolaNews - Cronaca | |||
Scritto da Ida Trofa | |||
Mercoledì 02 Agosto 2006 17:00 | |||
«La Tarsu ci portera' al fallimento A !» Sulla scia di un’analoga battaglia, giunta addirittura in tribunale, degli operatori napoletani anche l’imprenditoria locale sollecitano le autorità sul problema delle imposte ed i contributi che quest’anno nella cittadina è passata Tassa a Tariffa. Imprescindibile la necessità di sensibilizzare gli organi competenti sulla riduzione delle aliquote relative e la previsione di importi calcolati sulla base delle specifiche e reali produzioni. Il nocciolo della questione a seguito dei vari tentativi di dialogo e concertazione andati a vuoto è “le richieste avanzata risultano eccessive in relazione alle effettive capacità di sostenere tali costi delle aziende. Oramai la questione gestione e di rimando costi della gestione rifiuti solidi urbani sta divenendo di vitale importanza, così dopo mesi di tentativi e tavoli di concertazioni andati vani, l’ennesima annata di vacche magre, mette alla corda i piccoli imprenditori. Tanto che queste stesse aziende, tra cui quelle turistico ricettive nella cittadina termale lanciano l’allarme: «La Tarsu ci porterà al fallimento!»Sulla scia di un’analoga battaglia, giunta addirittura al vaglio della magistratura, portata avanti dagli operatori alberghieri napoletani anche l’imprenditoria locale continuando sulla falsa riga dell’anno passato, perseverà nella sua battaglia, tentando di sollecitare le autorità sul problema delle imposte e dei contributi. In relazione crescenti sono i malumori e le polemiche, la volontà ogni altra cosa di trovare interlocutori seri ed in grado di dare voce e sostegno ad una si tale problematica che sta assumendo le connotazioni di una vergogna pubblica manifesta a tal punto da divenire indecente. E su questo e per questo si sta organizzando per individuare nuovi strumenti e nuove metodologie. L’eccessivo gravio fiscale, infatti, impedisce di recuperare fondi economici utili per il potenziamento dell’offerta e l’ammodernamento delle strutture, impedisce, dunque, il risparmio ed il reperimento di scorte utili alla sopravvivenza stessa dell’azienda. Tutto ciò senza contare l’ulteriore macigno costituito dall’alta percentuale di evasori molto spesso aiutati dall’imperante e diremo categorico fenomeno dell’abusivismo e dell’illecito. Dalle tematiche in ballo e dai seri rischi conseguenti al fenomeno della crisi del mercato e dei consumi è emersa la imprescindibile la necessità di sensibilizzare gli organi competenti sulla riduzione delle aliquote relative e la previsione di importi calcolati sulla base delle specifiche e reali produzioni, e nel merito si attendono le ripercussioni che avrà a ciò il passaggio già avvenuto nel comune di Casmicciola Terme dalla vecchia tassa alla tariffa. Il nocciolo della questione affidato alla sintesi di un operatore del settore che solo per il prossimo mese di agosto prevede l’entrata a regime della sua attività con un’impennata, diremo solita delle richieste di acquisto. L’imprenditore, infatti, facendosi portavoce di un problema diffuso su tutto il territorio e del quale si ci lagna da tanto, troppo tempo, palesa alcune importanti considerazioni. « Dai prospetti riepilogativi riferiti all’imposta sui rifiuti solidi urbani è possibile desumere che la T.A.R.S.U. fino all’anno passato per le piccole aziende, tra cui quelle ricettive è divenuta una tassa che aggiunta ovviamente alle altre e non solo, porterà alla chiusura definitiva degli esercizi. Infatti mentre ad esempio nel 2001 si partiva da una base di 2,44euro al mq per gli stabilimenti termali e 2,15 euro al mq per le aree scoperte categ.C,E,M, ed euro 3,43 al mq per alberghi e pensioni, si è arrivati ad imporre una aliquota di 8,70 euro al mq per tutte e tre le tipologie di superfici oltre al particolare che vuole una ulteriore tassazione per le terme produttrici di rifiuti speciali. Secondo i piccoli e medi imprenditori, fatta salva la particolarità e la specificità di taluni singoli, non è giusto che nel 2006 gli utenti debbano pagare ingiustamente la spazzatura anche quando non la producono. Considerando che poi un negozio, un ristorante ed un bar, capaci di produrre enormi quantità di rifiuti anche in pochi metri quadrati di esercizio debbano pagare un importo notevolmente inferiore ad un esercizio ricettivo a carattere stagionale e chiuso per sei mesi l’anno». Ancora viene dallo stesso sottolineato quanto notato in riferimento ad aziende come l’Amca, esempio più volte rilevato con forza a sostegno delle proprie tesi, che nei mesi invernali riduce il personale, probabilmente a causa della quantità di rifiuti da trattare, chiedendosi, dunque: « Se da un lato potrebbe essere giusta la riduzione del personale perché troppo onerosa a livello fiscale e contributivo, nel periodo di ridotta produzione di rifiuti, perché non si applica lo stesso principio per una riduzione/azzeramento delle tariffe nei periodi citati? ». Sulla questione nessun dubbio o velata, ma non troppo, polemica sembrano essere stati comunque sciolti. Resta, dunque, l’urgenza e l’attesa degli interessati che almeno per il momento si affidano nelle mani dei rappresentai politici e alle analisi dei soggetti destinatari delle loro richieste.
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Ultimo aggiornamento Domenica 28 Giugno 2009 15:47 |