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Napoli: Serie b2 maschile girone g

Esordio vincente per il Rione Terra Pozzuoli Volley che espugna il campo della Virtus Tricase Volley nella prima di campionato di serie B2. La squadra di coach Costantino Cirillo è stata fin dall'inizio attenta e non ha lasciato scampo agli avversari determinata di centrare il successo. L'1-3 come risultato finale lascia ben intendere cosa i gialloblù hanno speso sul parquet in terra pugliese. Il primo set è equilibrato con il Rione Terra che riesce a mettere a terra nel finale i punti decisivi vincendolo per 21-25.

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Ischia: Per la prima volta all'isola d'ischia il servizio di Ischiawifi internet e telefonia Voip 24/24. Call Center 19301328

Ischia Wifi è un servizio di connettività Internet e telefonia VoIP, messo a disposizione dell’utenza tramite WADSL (Wireless ADSL). L'azienda nasce da un accurato studio ed esperienza del mercato wireless in tutti i suoi aspetti più ragionevolmente conosciuti come la diffusione di Internet ad alta velocità (banda larga) in ambienti circoscritti che siano aperti, come valli, comuni o intere città, oppure per ambiti più ristretti come piazze, locali, attività ricettive e commerciali fino ad arrivare a fornire un servizio di tipo residenziale con inclusa telefonia VoIP.

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Capri: Capri watch, domani a Napoli cocktail con Veronica Maya per Millefiori triplo brindisi per il brand che inaugura cosi' il primo flagship store partenopeo

Triplo brindisi per Capri Watch domani sera a Napoli con Veronica Maya, testimonial femminile del brand e madrina dell’evento con cui l’azienda di orologeria glamour in un colpo solo festeggerà con i suoi fedelissimi il Natale ormai alle porte, certo, ma anche due eventi molto attesi da tutti i suoi fan: l’inaugurazione del primo flagship store partenopeo, in piena via Filangieri, e la presentazione in anteprima della nuovissima collezione “Millefiori” con cui l’azienda intende accompagnare le ore dei trend addicted internazionali per tutto il 2015.

Newsflash Casamicciola

Casamicciola: Sabato 5 luglio 2014 alle ore 11 al Capricho de Calise in Piazza Marina di Casamicciola Terme, su invito del Sindaco Giovan Battista Castagna

si incontreranno i Sindaci dei Comuni delle isole Ischia,Procida e Capri
ed il Sindaco di Napoli, nella qualità di prossimo Sindaco dell’Area Metropolitana,
per confrontarsi sul da farsi per dare assetto e dignità al trasporto marittimo.

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Roma: Vasto Film Fest XX edizione

Mercoledì 5 agosto 2015 – ore 11
Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Via Tuscolana 1524, 00173 Roma
Interverranno:
Luciano Lapenna – Sindaco Comune di Vasto
Vincenzo Sputore - Vice sindaco e Assessore con delega al turismo e cultura Comune di Vasto
Michele D’Annunzio – Dirigente settore turismo e cultura Comune di Vasto
Marcello Foti - Direttore Generale del Centro Sperimentale di Cinematografia
Gabriele Antinolfi - Direttore Cineteca Nazionale
Daniela Poggi – Conduttrice Vasto Film Fest
Stefano Sabelli – Direttore artistico Vasto Film Fest

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Siamo o non siamo reclusi ... siamo agli arresti domiciliari per colpa del Covid19 ...

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Mi sembra una farsa bianco, giallo, arancione e rosso ... le regioni che di settimana in settimana cambiano di colore ... Assistiamo a grafici, percentuali, disegni, tabella 9, tabella 11, News ogni 5 minuti, ci bombardano di notizie di matematica ...

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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Giovedì 20 Settembre 2012 20:41
azienda multiservizi casamicciola srl

Casamicciola: Bye Bye partecipate a Casamicciola: Marina di Casamicciola chiude a breve anche l'AMCa. Ipotesi dissesto per il comune

Marina e i suoi bilanci

Mentre l'AMCa, riesce a far passare a suon di record il suo bilancio già a marzo, registrando addirittura utili, per la Marina di Casamicciola è oramai certezza la messa in liquidazione, frutto di un lento ed inevitabile declino con rendicontazioni contabili ben lungi dal poter essere ripianate se non attraverso bilanci impacchettati ad hoc.

Questo a meno di una miracolosa ricetta d'opposizione, una proposta salva partecipata che consentirebbe di non smantellare la società, ma che di fatto non è arrivata. L'idea di base dell'ex maggioranza D'Ambrosio, ora minoranza Ferrandino, era, in buona sostanza, quelle di trasformare tutti i contratti a tempo indeterminato in contratti a  termine in modo da poter risparmiare sui costi di gestione e sui dipendenti che dal canto loro potrebbero usufruire dei vari ammortizzatori sociali previsti, indennità di disoccupazione e quant'altro. Con il “risparmio calcolato” si sarebbero potuti coprire, secondo i proponenti, il buco societario che di fatto sta portando al Marina allo smantellamento.

Tempi duri e tutt'altro che tranquilli per i dipendenti e le loro famiglie !

La sorte di “Marina” era già chiara ai tempi di D'Ambrosio, fu lo stesso ex sindaco ad impegnarsi per salvarla. Ora, invece, l'ultimo CDA,sembra aver chiarito la rotta da seguire. Il  CDA che si è riunito in Luglio in prima battuta aveva deciso di non approvare il bilancio per l'esercizio finanziario dell'anno appena trascorso e di procrastinare ogni parere o decisione. Poi a fine luglio un nuovo Consiglio d’amministrazione per Marina di Casamicciola nel corso del quale su parere della Gaeta Consult (che a quanto pare oltre ai conti della società tratterrebbe anche una cifra di circa 100mila €, la cui tenuta è da chiarire, eventualmente richiederne la restituzione così come alla stessa è stata richiesta la consegna delle scritture contabili, non ancora avvenuta) è stato approvato il bilancio.
La Marina di Casamicciola al 13 giugno 2011 aveva incassato 96mila€ e ciò con l'inizio della crisi solo a far presagire la sua durezza. Al 13 Giugno 2012, invece, in piena crisi e con gravi difficoltà in termini turistici ed economici, peraltro non consentendo il pagamento in contanti agli uffici, la Marina di Casamicciola ha incassato 225 mila €. Ben129mila€ in più rispetto a quanto ci si sarebbe aspettati confrontando il potenziale di spesa in Italia. Un dato che dovrebbe far riflettere sul come ed il perchè una società con tali e tante potenzialità ora si trovi, bilanci alla mano, con 400mila€ di disavanzo e ben tre esercizi in perdita. Uno stato di fatto che per legge determina l'avvio delle pratiche di chiusura della società stessa. A far incassare di più è bastato il semplice controllo serrato voluto dall'amministrazione in carica?
Per Marina di Casamicciola, lo scorso 30 giugno è scaduto anche il servizio di affidamento del Global Service che l'Amministrazione Arnaldo Ferrandino ha lasciato cadere in proroga sino a data da stabilirsi in attesa di prossime decisioni sulla destinazione del servizio in questione e sopratutto della società. Tante le ipotesi paventate. Prima fra tutte gli obblighi di legge che altro non consentono di fare, se non mettere in liquidazione Marina di Casamicciola. Da qui verso la privatizzazione del servizio il passo è poi breve. Con 400mila€ di disavanzo tra contributi per i dipendenti non pagati e relativi interessi di mora maturati, oltre al cospicuo abbassamento dei canoni dovuti alla società non ci sono soluzioni di sorta.
E' così,forse, che Marina di Casamicciola è stata “affondata” e gradualmente condotta verso lo scioglimento. Se all'epoca l'abbassamento dei canoni fu avvallato dal parere dell'allora Amministratore Farina che “sopravvivendo, sopravvivendo” ha condotto la Marina di Casamicciola sino ai giorni nostri, ora non sembrano esservi pareri che tengano. Il capitano Farina dimezzo i canoni e dichiarò di riuscire a tenere in piedi il servizio, comunque, con meno soldi ed agli stessi standard, con tanto di approvazione e ratifica in sede di Consiglio Comunale. Ora a non meno di 18 mesi fa da quella ratifica si chiederà al consiglio di ridisegnare le sorti della partecipata casamicciolese e nessuno sembra intenzionato a percorrere le tappe del passato. A questo punto verosimilmente l'unica via da percorrere è quella tracciata da Arnaldo Ferrandino e la sua   
Amministrazione: la liquidazione.
Una proposta che non tutti in seno alla amministrazione sembrano condividere così come accadde quando l'ipotesi liquidazione fu avanzata con il governo D'Ambrosio, tra questi l'Assessore Giovan Battista Castagna. Questi, però, non voterà in consiglio se non attraverso la sua rappresentanza...il passo successivo, sarà per il Castagna il voto alla proposta in Giunta.
Una volta sciolta la società, l'ipotesi è privatizzare i diversi settori, gestendo solo due tre servizi in proprio e per conto del comune. Servizi come il Porto, l'eliporto già autonomo ed il cimitero.
Nel merito si sta paventando l'ipotesi di avviare una causa di risarcimento in danno e richiedere sempre per il l'Ente locale un'azione di responsabilità avverso chi ha determinato questo disastro finanziario. Un atto doveroso in termini di autotutela, stando alle nuove disposizioni normative. In tal senso la “Questione ex Napoleon” docet a Casamicciola! Con tutti gli ex sindaci chiamati a risarcire economicamente l'Ente per il danno procurato a seguito della loro azione amministrativa ritenuta dalla magistratura dannosa e lesiva degli interessi economici comunali chi non farebbe il contrario?

L'Ipotesi salva Marina, un sogno che non si avvera

Tramonta dunque definitivamente anche l'ipotesi avanzata alla metà di Luglio, prima dell'approvazione del bilancio: “l'ipotesi salva Marina”. Ovvero 300mila €  che sarebbero dovuti arrivare dallo Stato…
Infatti si era ipotizzato di coprire il debito di Marina di Casamicciola, quasi 400mila€ con il “contratto di solidarietà”, più o meno una ipotesi embrionale di quella più articolata che l'opposizione ha presentato in consiglio. Si era stimato che nelle casse della società, attraverso l’opera dell’amministrazione comunale sarebbero entrate o almeno sembra, 300 mila€ con un finanziamento dello Stato, previsto per le aziende in difficoltà, entrate per questo in regime di solidarietà. Il resto si sarebbe potuto attingere dagli introiti del porto turistico in gestione alla stessa partecipata. Una proposta cestinata, ma sulla base della quale fu  approvato il bilancio societario la scorsa estate, ovvero su un parere ed il progetto di finanziamento redatto dalla solita Gaeta Consult del solito grande elettore. Una approvazione che di fatto con le sue lacune seppur avvenuta ai sensi della leggi ha determinato la fine già scritta della società che con un bilancio pesantemente in passivo, non “ha dato più alibi alla politica per salvarla”.

E L'A.M.Ca come sta ?

In tal senso si muove anche la famosa nota Di Meglio, amministratore unico AMCa che all'attenzione del Governo casamicciolese a fronte di dati ufficiali prodotti, palesò l'esistenza di un sub strato pericoloso di debiti e poste di bilancio confezionate alla perfezione per mascherare il reale stato di cassa.  La società che rileverebbero utili di 4-5mila  tra forniture non pagate, differenziata, non svolta e trasporti in terraferma super quotati, ma pagati la metà (Alla voce imbarchi sono registrate poste per 400€  il costo effettivo su quanto speso realmente è di 90mila € ) si parla anche per l'AMCa di un debito di circa 7milioni di €. Cosa che porrebbe l'AMCa in una posizione ancora peggiore di “Marina”: Sembrerebbe infatti che l'attuale amministrazione stia seriamente pensando di portare i libri contabili della multiservizi in tribunale e chiedere alla Magistratura la dichiarazione di bancarotta fraudolenta. Questo con tutto ciò che ne comporta sul vitale servizio della NU a Casamicciola e senza voler contare o giustificare il resto. Anche in questo caso obbligata la richiesta  di avviare una causa di risarcimento in danno per il comune e richiedere sempre per il l'Ente locale un'azione di responsabilità avverso i funzionari incaricati che hanno condotto sin ora le redini societarie e politiche.

Bilancio Comunale ancora rinvi per l’approvazione in attesa del consuntivo

Con la grana “Marina di Casamicciola” per il comune termale si profila sempre più l’ipotesi del rinvio per l’approvazione del bilancio relativo all’anno contabile in corso. Il sindaco Arnaldo Ferrandino e la sua amministrazione sembrerebbero intenzionati a non fissare ancora la data per la necessaria discussione di consiglio sul delicato tema economico finanziario relativo all’Ente di Palazzo Bellavista. A far propendere per lo slittamento, prima l'incognita società partecipate e Marina di Casamicciola e osa più importante l'approvazione del Conto Consuntivo, l'atto propedeutico alla approvazione del Bilancio, dove inserire, volgarmente detto, le voci dare ed avere. Inevitabilmente i due bilanci risultano collegati e senza l’approvazione o meno dell’uno, non si può passare alla approvazione o meno dell’altro.  Due delicati nodi da sciogliere, entrambi legati al buco da 400mila€ che rappresenta il pesante passivo di “Marina”.
“Casamicciola Terme” sembra, sempre più in balia delle onde, aggrappata ad una zattera d’assi, nel tentativo di rimanere a galla certa, però, di non poter trovare nessun tesoro, eccetto i soliti inserimenti e le sistemazioni con incarichi e ruoli di favori in un oceano senza sponde.
Parliamo, infatti, di una macchina amministrativa ed un ente, quello di Casamicciola Terme, inceppato dai debiti e dai vertiginosi buchi di cassa che null’altro fanno presagire, se non un futuro da brividi.
1milione e 500mila euro di Fido completamente o quasi scoperti, ovvero l’Ente, la cittadinanza tutta, dunque, sotto con la banca di 1milione e 460mila euro. Con la conseguente necessità ed il peso di sostenerne gli interessi derivanti e dovuti. Liquidi, introiti pagati cash dalla clientela del porto turistico sfuggenti alla Marina di Casamicciola e tutti relativi a fatture risultanti non incassate, ma emesse. La grana del servizio NU, i contenziosi per l'ex Napoleon, la questione ex Hotel Savoia, Il  Capricho, l'Agenzia delle entrate, l'ASSE...
Una situazione davvero drammatica che a questo punto non lascia ben presagire per il futuro e per la risoluzione della quale  non sembra esserci altra via che quella di chiedere nuovi ed ulteriori sacrifici ai cittadini con nuove tasse e balzelli o magari aumentando le aliquote relative alle imposte previste. Questo a meno che non si decida di percorrere, come sempre più spesso si paventa, e lo stesso sindaco Arnaldo Ferrandino non ha mai negato, la remota ipotesi di dichiarare il dissesto.
Un’altra soluzione che potrebbe far scongiurare l’ipotesi “salasso popolare” è la privatizzazione dei settori clou del paese. In merito non ci resta che attendere e sperare fiduciosi di poter superare questo difficile momento. Insomma soffrire e morire o morire e soffrire.

Rischio dissesto

Il dissesto economico- finanziario di un comune è una procedura che coinvolge sia la politica ed  una cosa ben diversa dal fallimento di un'impresa privata in quanto non si può determinare l'estinzione del Comune proprio perché gli enti locali non possono cessare di esistere come una semplice impresa privata, ma bisogna garantire la continuità amministrativa.
Procedura che crea di fatto una frattura tra la precedente amministrazione e l’amministrazione controllata, permettendo al comune in dissesto di ripartire libero dai debiti, ma libero anche dai crediti e dal suo patrimonio, che verranno ceduti per consentire la liquidazione.
Tutto ciò che concerne il “pregresso” viene estrapolato dal bilancio comunale e trasferito alla gestione straordinaria che si occupa della liquidazione e che ha competenza su tutti i debiti correlati alla gestione entro il 31/12 dell’anno precedente a quello dell’ipotesi di bilancio riequilibrato, anche se venissero accertati successivamente.

Quando si manifesta il dissesto ?

Partiamo dal considerare una famiglia come un ente locale, l'art. 244 del Testo Unico sull’ordinamento locale stabilisce che si ha dissesto finanziario quando un ente non è più in grado di assolvere alle “ordinarie” funzioni ed ai servizi definiti indispensabili, quando nei confronti dell’Ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del riequilibrio di bilancio né con lo strumento straordinario del debito fuori bilancio.
La mancata definizione di un piano di rientro espone dunque un'amministrazione ai tanto temuti interessi passivi sul debito: giorno dopo giorno infatti, anche se non si contraggono nuovi debiti, l’esposizione debitoria aumenta, proprio per effetto degli interessi. I mutui vengono rinegoziati allungando i tempi di pagamento ma aumentando le rate, le finanziarie erogano prestiti ad interessi del 14%; insomma, più o meno ciò che succede a qualsiasi famiglia che abbia bisogno di liquidità.

Cosa accade in caso di sissesto finanziario dell'ente ?

Nel momento in cui viene dichiarato il dissesto del comune, sindaco, giunta e consiglio resterebbero in carica ma verrebbero coadiuvati da una commissione espressamente designata dal Ministero degli Interni.
La commissione si occuperebbe del disavanzo pregresso, mentre l’amministrazione gestirebbe il bilancio “risanato”.
La sola ipotesi di commissariamento del Comune si verificherebbe nel caso in cui l’amministrazione non dovesse approvare il bilancio di previsione (la cui scadenza è alla fine del mese di maggio). Per Casamicciola Terme siamo già a fine settembre e sicuramente si andrà oltre.
L’eventuale dichiarazione del dissesto di fatto congelerebbe invece la scadenza del bilancio stesso, mettendo in moto una procedura del tutto diversa per la definizione e l’approvazione del bilancio stesso; le conseguenze maggiori del dissesto finanziario si hanno sotto il profilo contabile.
Viene chiesto all’Ente locale di “contribuire” al risanamento attraverso l’adozione di provvedimenti eccezionali.
L’Ente dissestato è tenuto ad approvare un nuovo bilancio, basato principalmente sull’elevazione delle proprie entrate al livello massimo consentito dalla legge, vale a dire che tutte le tasse comunali (IMU, addizionale comunale, TARSU) saranno aumentate il più possibile fino ad arrivare al tetto massimo consentito dalla legge, basato, inoltre, sul contrasto all’evasione e sul contenimento di tutte le spese.
Spese comunali significa innanzitutto personale, la legge prevede che gli impiegati comunali devono essere nella misura di 1 su 93, pertanto da questa procedura scaturiranno esuberi di personale che verrà posto in mobilità.
Il comune è altresì tenuto a contribuire all’onere della liquidazione in particolare con l’alienazione del patrimonio disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali, la destinazione degli avanzi di amministrazione dei cinque anni a partire da quello del dissesto e delle entrate straordinarie, la contrazione di un mutuo a carico del proprio bilancio.La dichiarazione di dissesto, in breve tempo, è parsa ai politici locali una negatività da evitare al fine di non essere costretti ad emanare provvedimenti così impopolari.
I provvedimenti da adottare in materia di personale e di tributi locali sono ritenuti così pesanti che gli enti arrivano il più delle volte alla dichiarazione di dissesto solo quando, a seguito delle azioni esecutive dei creditori che pignorano le somme della cassa comunale, non è più possibile pagare neppure gli stipendi al personale dipendente.

Dopo che il consiglio comunale delibera cosa succede ?

La dichiarazione di dissesto produce tre ordini di effetti che riguardano: i creditori, la gestione ordinaria dell'ente locale e gli amministratori dello stesso ente.
Le conseguenze sui creditori operano fin dall'inizio; quelle sugli amministratori sono soltanto eventuali; quelle sulla gestione ordinaria (così come l'inizio dell'attività dell'organo straordinario di liquidazione) sono rinviate all'esercizio successivo nel caso in cui l'ente abbia già deliberato il bilancio di previsione per l'esercizio nel corso del quale è adottata la dichiarazione di dissesto.
A) Le conseguenze sugli amministratori sono limitate a quelli che la Corte dei conti ha individuato come i responsabili del dissesto imputando loro i danni per dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario.
Gli amministratori così riconosciuti responsabili non possono ricoprire, per un periodo di cinque anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali o di rappresentante di tali enti presso istituzioni, organismi ed enti pubblici o privati, quando, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, si accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l'amministratore è stato riconosciuto responsabile.
L'interdizione temporanea dai pubblici uffici può essere considerata una sanzione accessoria ed automatica a quella principale della condanna patrimoniale.
B) Le conseguenze sui creditori riguardano i rapporti obbligatori rientranti nella competenza dell'organo straordinario di liquidazione e consistono nella cristallizzazione dei debiti, che non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria, nonché nell'estinzione delle procedure esecutive in corso, con conseguente inefficacia dei pignoramenti eventualmente eseguiti, e nell'impossibilità di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell'ente.
C) La dichiarazione di dissesto ha effetti sulla disciplina da applicare alla gestione durante il periodo intercorrente tra tale dichiarazione e l'approvazione dell'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.

Chi paga gli errori che hanno portato al dissesto ?

Comunque vadano le cose, per l’amministrazione e per la cittadinanza si prospettano tempi tutt’altro che sereni.
La dichiarazione di dissesto finanziario rappresenterebbe senza dubbio un punto di svolta, ma a pagarne il prezzo sarebbe ancora una volta la cittadinanza.
L’ipotesi di bilancio da allegare alla delibera deve essere redatta sulla base di modelli ufficiali conformi alle disposizioni di legge e formulata in base:
a) alla previsione di aumento delle imposte, delle tasse e dei canoni patrimoniali nella misura massima consentita dalla legge, con il recupero della base imponibile totalmente o parzialmente evasa quindi per l’imposta comunale sugli immobili l’Ente deve obbligatoriamente deliberare l’aliquota massima del 7 per mille e deve applicare e riscuotere con la massima speditezza i proventi derivanti dal rilascio delle concessioni edilizie inoltre deve determinare in misura tale da assicurare la copertura integrale dei costi di gestione del servizio per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;c) alla eliminazione dei servizi non indispensabili ed al contenimento degli altri livelli di spesa entro limiti di prudenza;
d) alle rate di ammortamento conseguenti al consolidamento dell’esposizione debitoria con la Cassa Depositi e Prestiti e con altri soggetti esercenti attività creditizia;
e) alle risorse assegnate dal Ministero dell’Interno per il trattamento economico del personale posto in disponibilità;
f) al contenimento delle perdite di gestione degli enti ed organismi dipendenti dall’Ente Locale nonché delle aziende municipalizzate, provincializzate, consortili e speciali, entro limiti compatibili con il bilancio riequilibrato dell’ente e sino al definitivo risanamento della gestione degli enti, organismi ed aziende;
g) per i servizi a domanda individuale l’Ente è tenuto ad approvare le tariffe che assicurino la copertura del 36 % dei costi complessivi dei servizi con i soli proventi degli utenti;
Contestualmente alla deliberazione dell’ipotesi di bilancio, l’ente deve deliberare ai livelli massimi di legge le tariffe relative a tutti i tributi (imposte, tasse, oneri di urbanizzazione e canoni o diritti), e ai canoni patrimoniali, con il conseguente recupero della base imponibile in presenza di fenomeni di evasione.
La manovra tariffaria relativa ai comuni dissestati non può limitarsi all’applicazione delle tariffe massime di legge, gli enti sono tenuti a trasmettere all’Ufficio Risanamento Enti Dissestati presso il Ministero dell’Interno, tutti i provvedimenti adottati al fine di accelerare i tempi per le riscossioni e per l’eliminazione dell’evasione.
L’Ente locale, inoltre, deve deliberare la rideterminazione della pianta organica qualora sia numericamente superiore alle unità spettanti sulla base del rapporto dipendenti/popolazione della fascia demografica di appartenenza secondo quanto previsto dalle norme. La mancata prioritaria rideterminazione della pianta organica può costituire pregiudizio ai fini dell’emissione del decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio. La rideterminazione della pianta organica deve ispirarsi a criteri di funzionalità ed efficienza nell’erogazione dei servizi, assicurando prioritariamente quelli indispensabili.
Da sottolineare che se un comune prende la decisione di non dichiarare il dissesto finanziario, il tutto viene pagato dalla popolazione, in termini di aumento del canone dell’acqua, aumento dell’ICI e dell’Irpef. Inoltre è probabile una vendita di beni di proprietà del Comune (cioè i nostri, perchè il comune  siamo noi). Una specie di pizzo che il popolo paga ai politici.

Ida Trofa

Ultimo aggiornamento Giovedì 04 Ottobre 2012 21:03
 
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