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ItaliaNews - Intrattenimento
Scritto da Achille Della Ragione   
Lunedì 18 Gennaio 2010 18:15

La prima cosa bella: un film d’autore

Uscire in contemporanea con Avatar, destinato a frantumare ogni record di incasso era una sfida impossibile, invece Paolo Virzì con La prima cosa bella regge il confronto alla grande, riempiendo le sale ed ottenendo alla fine della proiezione un lungo applauso da parte del pubblico.

La storia è una serie continua di flash back dal 1971 ad oggi, un omaggio ad un maestro come Fellini, che con il suo Amarcord ha tracciato un solco, ripercorso infinite volte, in ultimo da Baaria e da L’uomo nero.
Con un racconto corale si narra la saga familiare di una giovane donna, madre di due figli, bella e vanitosa, destinata ad una vita dolente ma allegra, libera e marcata sempre dall’amore.
Gli attori sono superbi da Micaela Ramazzotti a Valerio Mastandrea, senza parlare di Stefania Sandrelli, la quale, incurante di apparire vecchia e brutta, lei che è stata bellissima, ci regala una interpretazione da antologia.
Anna, la protagonista, viene eletta in uno stabilimento balneare miss mamma più bella, un piccolo trionfo che scatenerà prima il pettegolezzo e poi la furente gelosia del marito, il quale finirà per cacciarla da casa e scatenerà un lunga lotta per il possesso dei figli. Divenuti grandi la femmina rimarrà a Livorno, sposando un uomo squallido e noioso, mentre il maschio, fuggirà a Milano, dove cercherà di dimenticare i traumi infantili, fino a quando la sorella lo va a cercare per comunicargli che la madre, affetta un cancro, è vicina alla morte. Ma Anna ha conservato immutata la voglia di vivere, in maniera gioiosa ed inconsapevole, che il figlio da bambino non riusciva né a comprendere, né a giustificare. Comincerà allora un faticoso recupero del passato, ripercorrendone gli orrori rimossi e riscoprendo però profondi legami, soffocati, ma sempre vivi e pronti ad esplodere.
Gli ultimi venti minuti del film con il matrimonio in articulo mortis ed il ritorno degli affetti al capezzale della moribonda si vede con le lacrime agli occhi e si ricorderà a lungo.
Achille della Ragione